Auriane Nathalie Laisne: la ragazza uccisa nella chiesetta ad Aosta ha un nome

Ha finalmente un nome la giovane francese trovata assassinata nella chiesetta in Valle d'Aosta: si chiamava Auriane Nathalie Laisne. Per il suo femminicidio è in arresto il ragazzo italo egiziano con cui pare avesse una relazione segnata da maltrattamenti.

Ha finalmente un nome la ragazza francese di 22 trovata senza vita in una cappella a La Salle, in provincia di Aosta: si chiamava Auriane Nathalie Laisne, ed era originaria di Saint Priest, vicino Lione, nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi. Sono stati i suoi genitori, giunti in Italia, martedì pomeriggio, a riconoscerla, al cimitero di Aosta.

Una volta risaliti alla sua identità è stato facile anche venire a sapere della denuncia per maltrattamenti e violenza domestica che la ventiduenne aveva sporto nei confronti di quello che, al momento, è il principale sospettato del suo femminicidio, cui peraltro era stato notificato un divieto di avvicinamento, l’italo egiziano Sohaib Teima, in arresto nel Paese transalpino dal 10 aprile e ricercato da mesi proprio per i maltrattamenti nei confronti della giovane con cui aveva una relazione.

La ragazza e Teima, nato a Fermo, sarebbero stati visti “in abiti dark, come due vampiri” mentre praticavano l’Urbex, il turismo dei luoghi abbandonati, alla ricerca di una casa dei fantasmi che si troverebbe a Derby, nei pressi di La Salle, secondo la ricostruzione dei loro spostamenti effettuata dal pm Manlio D’Ambrosi.

Secondo alcune ipotesi Teima potrebbe aver convinto Laisne a venire in Italia proprio con il pretesto dell’Urbex, per poi ucciderla; seguendo questa pista ci sarebbe quindi premeditazione dietro l’omicidio della giovane, ritrovata nella chiesetta con una profonda ferita alla gola.

La coppia avrebbe raggiunto il nostro Paese attraverso il traforo del Monte Bianco con un Flixbus lo scorso 25 marzo; nella mattina del 26 i ragazzi sono stati visti fare colazione al bar Papagran, e a Repubblica un testimone, Marco, oggi dice “Non mi do pace. Quel giorno sono stato un’ora seduto davanti a lei a mangiare. Lui si è alzato, è stato 20 minuti in bagno. Perché lei non mi ha chiesto aiuto se era in difficoltà?”. Dopo la colazione i due hanno acquistato due confezioni di sushi al supermercato, prima di salire in bus per fermarsi nella chiesetta dove, presumibilmente nella notte tra il 26 e il 27 marzo, Auriane Nathalie Lasine è stata uccisa; Teima ha poi fatto sparire il cellulare e i documenti della ragazza, che inizialmente infatti non è stata identificata, mettendone quindi il corpo in posizione fetale per attuare una sorta di depistaggio nelle indagini.

La volontà dell’assassino sarebbe stata quella di “annientare” la sua vittima, meccanismo classico del femminicidio, ha spiegato il procuratore facente funzioni Luca Ceccanti, aggiungendo che il rapporto tra i due giovani fosse “regolare tra Italia e Francia, ma non era sereno”.

Non è ancora stata ritrovata l’arma del delitto, mentre dalle prime informazioni emerge che la ragazza sarebbe morta per dissanguamento.

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