Più del 13% di bambini in Italia vive in povertà assoluta. I dati allarmanti di Save the Children

Molti bambini nel nostro Paese sono in condizioni di povertà assoluta, alimentare o energetica. Senza contare il mancato accesso alle strutture per l'infanzia. La fotografia di Save the Children è quella di un Paese ancora minato dalle disuguaglianze sociali e territoriali.

In Italia non ci sono solo i dati negativi sulla natalità, ma anche quelli sulla povertà che riguarda i bambini: nel nostro Paese, infatti, il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta, circa 200 mila di età compresa tra 0 e 5 anni (ovvero l’8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ossia in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.

Di questi, più della metà è residente al Sud e nelle isole, dove la percentuale sale al 12,9%.

Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha invece sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno.

Sono quasi 848 mila le famiglie in povertà assoluta al cui interno ci sono dei minori: sono famiglie che negli ultimi anni hanno dovuto fronteggiare gli aumenti dei prezzi al consumo di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia, visto che, dal 2019 al 2023, la spesa per latte e pappe è salita al 19,1% – senza contare l’aumentaro dell’inflazione pari al 16,2% -, mentre il costo per gli asili nido è salito dell’11,3%, soprattutto per quanto riguarda le strutture private (in quelle pubbliche finanziate dai Comuni l’aumento è stato invece pari all’1,5%).

Oggi meno del 30% dei bambini sotto i due anni trova posto in un asilo nido, e ci sono due regioni in particolare, Campania e Sicilia, che hanno il tasso di copertura più basso in Italia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), e che, allo stato attuale delle cose, non riuscirebbero a raggiungere l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia, stimata al 41,3%, che dovrebbe essere conseguita entro il 2026 alla conclusione degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; alla luce di questi dati occorre considerare che il target  fissato a livello europeo entro il 2030 è del 45%.

La Campania ad oggi arriverebbe al 29,6%, la Sicilia al 25,6%. Queste stesse regioni presentano anche alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica.

I dati sulla povertà minorile sono contenuti nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo Un due tre stella. I primi anni di vita, pubblicato da Save the Children, che fornisce la fotografia di un Paese in cui le disuguaglianze sociali e territoriali sono ancora molto ampie, e le opportunità per i nuovi nati non sono uguali per tutti.

“Abbiamo voluto dedicare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno – sono le parole di Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children –  Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà cosi’ come nella tutela dell’ambiente.

Con Save the Children siamo impegnati da anni sul territorio al fianco dei genitori e dei loro bambini, in rete con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con mano l’importanza di una rete di cura per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi. È necessario salvaguardare e rafforzare questa rete, a partire dai territori più deprivati, con una strategia di lungo periodo, sapendo che quello sulla prima infanzia è l’investimento fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese”.

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