È in stato di fermo la donna di Torre del Greco che il 2 gennaio ha ucciso il figlio di due anni e mezzo, affogandolo in mare. La quarantenne – che ha confessato agli inquirenti di aver commesso il crimine – è ora accusata di omicidio volontario, sulla base delle indagini condotte dai carabinieri della sezione operativa di Torre Annunziata, in provincia di Napoli.

L’episodio è avvenuto in via Calastro, nella zona della Scala, intorno alle 22.30 di domenica 2 gennaio. Il corpo del bambino sarebbe stato notato in acqua da alcuni passanti e a nulla sarebbero valsi i tentativi di rianimazione dopo il salvataggio da parte di due ragazzi che si erano buttati in mare alla vista del corpicino. La salma ora è posta sotto sequestro, mentre vengono svolti ulteriori accertamenti per meglio comprendere le dinamiche dell’evento.

Come dichiarato dagli investigatori, la donna – sposata e con un’altra figlia di sette anni, avrebbe ucciso il piccolo perché convinta che soffrisse di un grave ritardo mentale, teoria che però non è stata confermata in ambito sanitario.  A segnalare alle forze dell’ordine l’allontanamento da casa della donna è stato suo marito, che intorno alle 21 di domenica ha lanciato l’allarme ai carabinieri, non vedendo la moglie rientrare a casa nonostante fosse uscita da ore insieme al figlio più piccolo.

Come riporta l’Ansa, la donna è stata poi condotta nella caserma dei Carabinieri dove è stata sottoposta a un lungo interrogatorio alla presenza del difensore di fiducia e del pubblico ministero della Procura di Torre Annunziata che ha poi emesso un decreto di fermo nei suoi confronti. L’indagata è stata poi condotta nella casa circondariale femminile di Pozzuoli, in attesa che inizi il processo.

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