Due femminicidi in due giorni, nell’ultimo fine settimana, entrambi accomunati da un particolare: il malfunzionamento del braccialetto elettronico, lo strumento che, da novembre del 2023, a seguito del ddl Roccella giunto a rafforzare il Codice Rosso, dovrebbe rappresentare la prima misura cautelare e il deterrente contro i cosiddetti reati spia, ovvero maltrattamenti e stalking.

Eppure, il braccialetto non ha funzionato nei casi di Camelia Ion, ritrovata cadavere alla stazione di Civitavecchia lo scorso 19 ottobre, e di Celeste Palmieri, entrambe uccise da ex compagni che erano stati sottoposti alla misura restrittiva, ma hanno agito indisturbati, complice il non funzionamento dell’apparecchio. Come pure era accaduto, meno di un mese fa, a Roua Nabi, uccisa in casa dall’ex marito che, secondo i vicini, si aggirava indisturbato nei pressi del palazzo in cui la donna viveva nonostante il divieto di avvicinamento, e senza che il braccialetto avvertisse le forze dell’ordine.

Ion è stata soffocata dall’ex compagno, un quarantunenne romeno, nei pressi della stazione laziale, attorno alle due di notte di venerdì scorso; papre che la donna, connazionale dell’uomo e come lui senza fissa dimora, non avesse con sé il cellulare collegato all’applicazione per il braccialetto elettronico che le era stato assegnato quando, tempo prima, aveva denunciato l’ex, oppure che non l’avesse attivata; in ogni caso, non ha potuto inviare alle forze dell’ordine il messaggio per indicare la presenza del suo assassino. Così Lucian Tuduran, già denunciato in passato dalla donna,  è riuscito a sorprenderla nell’alloggio di fortuna che aveva trovato alla stazione civitavecchiese.

È stata invece freddata fuori dal supermercato dove aveva appena fatto la spesa Celeste Palmieri, colpita alla testa da Mario Furio, il marito da cui si stava separando che poi si è tolto la vita in auto. Anche lui era stato denunciato dalla donna, e indossava il braccialetto elettronico che, tuttavia, non ha funzionato correttamente il 18 ottobre, quando, alle 11:00, ha inviato l’alert che segnalava la sua presenza nella vicinanze ai carabinieri, ma non a lei. Quando i militari l’hanno avvertita Palmieri ha avuto il tempo di dire di averlo incrociato nei corridoi del supermercato, prima di essere raggiunta dagli spari. Trasportata all’ospedale di Foggia, la 56enne è morta poco dopo.

Il 24 settembre, come detto era stato invece Ben Alaya Abdelkader ad aggredire a coltellate la ex moglie Roua Nabi: tre femminicidi in meno di un mese dovuti a malfunzionamenti di quello che dovrebbe essere un supporto per le donne vittime di violenza che intendono denunciare.

Ma non sono stati, purtroppo, gli unici casi: il 14 ottobre del 2023 è stata uccisa Concetta Marruocco, accoltellata in casa, ad Ancona, dall’ex Franco Panariello, che aveva un braccialetto elettronico alla caviglia che quella sera non ha mai suonato. A suonare era stato solo l’alert della figlia 17enne, troppo tardi però, quando il padre era già entrato nell’abitazione e stava uccidendo con 42 fendenti la madre.

In aula, al processo, i carabinieri dissero che quel pomeriggio l’alert di Marruocco era suonato indicando una mancanza di connessione, portando i militari sul luogo per controllare.

Adesso anche il mondo politico chiede spiegazioni e si interroga sulle ragioni di questi “difetti” di funzionamento che sono costati la vita a tre donne nell’ultimo periodo. Già lo scorso 27 settembre Alleanza Verdi Sinistra aveva portato avanti un’interrogazione parlamentare, cui il governo rispondeva riconoscendo “criticità rinconducibili a connessione di rete”, “ai tempi di attivazione”, parlando di soluzioni tecniche da richiedere al fornitore, ovvero Fastweb.

“Circa le problematiche rappresentate sul funzionamento del sistema di monitoraggio effettuato con l’ausilio dei braccialetti elettronici presso il Viminale è operativo da alcuni mesi un Gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche del ministero della Giustizia – si leggeva nella nota diffusa, che aggiungeva come – in tutti i casi accertati di malfunzionamento si provvede alla loro sostituzione” e che “nell’ambito del suddetto tavolo tecnico sono state comunque individuate possibili soluzioni tecniche migliorative relativamente a criticità riconducibili alla connessione di rete e ai tempi di attivazione e disattivazione dei dispositivi, che sono state richieste al fornitore”.

Eppure, dal tavolo di lavoro tutto sembra tacere, come hanno accusato Filiberto Zaratti e Luana Zanella di AVS dopo il femminicidio di Palmieri: “Cosa sta facendo questo tavolo di lavoro? Abbiamo anche chiesto di vedere il contratto stipulato dallo Stato con Fastweb, che evidentemente non riesce a garantire una copertura continua al 100%, necessaria per evitare che le vittime di violenza si trovino di fronte i loro persecutori”.

“Troppo il tempo di attesa per ottenere il braccialetto, malfunzionamenti ripetuti sotto gli occhi di tutti. Va cambiato. Si rischia che il braccialetto elettronico perda credibilità, quando invece è una strumento efficace, utilizzato con successo in questi casi in molti Paesi”, è invece il parere della parlamentare ed ex presidente della commissione di inchiesta sui femminicidi Valeria Valente.

Lo scorso 14 ottobre anche il Nuovo sindacato dei carabinieri aveva segnalato problemi nei braccialetti, tanto che il segretario Ilario Castello aveva chiesto “una verifica urgente” del ministro Piantedosi.

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