Risa Silbert, 93 anni, ha raccontato in collegamento video dalla sua casa in Australia gli orrori che ha dovuto affrontare al campo di Stutthof durante la Seconda Guerra Mondiale al Tribunale regionale di Itzehoe, nello Shleswig-Holstein.

La testimonianza di Silbert davanti al Tribunale di Itzehoe è stata ascoltata martedì 30 agosto: la signora ha spiegato quello che lei e gli altri prigionieri hanno dovuto sopportare durante la prigionia.

La donna ha detto che i detenuti affamati mangiavano parti del corpo dei prigionieri morti per rimanere in vita.”Stutthof era un inferno“, ha detto Silbert. “Nel campo c’era cannibalismo. Le persone erano affamate e tagliavano i cadaveri e volevano togliere il fegato“.

Risa Silbert, nata da una famiglia ebrea a Klaipėda, in Lituania, nel 1929, fu portata a Stutthoff, in Polonia, con la madre e la sorella nel 1944. Suo padre e suo fratello, invece, furono uccisi dagli alleati dei tedeschi nel 1941.

Silbert ha raccontato in tribunale che, durante la permanenza al campo di Stutthoff, i prigionieri dovevano presentarsi davanti alle SS alle 4 o alle 5 del mattino. Chi era troppo debole per stare in piedi veniva frustato dalle guardie.

Nessuno di noi veniva chiamato per nome“, ha dichiarato Silbert. “Ci chiamavano semplicemente ‘bastardi’“.

Un’epidemia di tifo nel campo durante il gennaio del 1945 sterminò tantissimi prigionieri, tra cui la madre di Risa Silbert. I prigionieri morti a Stutthoff furono in totale 60.000, dalla sua fondazione nel 1939.

La testimonianza di Risa Silbert è l’epilogo del processo a Irmgard Furchner, una segretaria di Stutthoff che lavorò al campo dal 1943 al 1945. Furchner, ora 97enne, è accusata di aver contribuito all’omicidio di oltre 11.000 persone durante il suo periodo di permanenza nel campo, come riporta Associated Press.

Nonostante ricevesse quotidianamente lettere e messaggi radio dal comandante di Stutthof, Paul Werner Hoppe, Furchner continua a sostenere di non essere mai stata a conoscenza dei piani omicidi del campo.

Le dichiarazioni di Furchner, tuttavia, si incrinano per via delle affermazioni di suo marito, un ex soldato delle SS, che ha testimoniato nel 1954 di essere stato a conoscenza dell’uccisione di prigionieri nel campo.

Risa Silbert ha dichiarato di portare ancora le cicatrici fisiche delle percosse subite nel campo, e ha anche insistito affinché Furchner si dichiari colpevole. “Se lavorava come segretaria del comandante, allora sapeva esattamente cosa succedeva“, ha detto Silbert.

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