A chi appartengono i resti umani in un pozzo a Castel Sant'Angelo: tutte le ipotesi

Sul caso stanno indagando i carabinieri, nell'attesa che venga nominato un antropologo che possa far luce sulla datazione e sull'effettiva natura umana dei ritrovamenti.

Un giallo degno di Dan Brown, così si potrebbe descrivere il ritrovamento di alcune ossa umane nei pressi di Castel Sant’Angelo, a due passi dal Vaticano, proprio nel cuore di Roma; la scoperta risale alla settimana scorsa, esattamente al 25 febbraio, quando un gruppo di operai impegnati nelle operazioni di ispezione dei pozzi per via di alcune infiltrazioni d’acqua all’interno di un cunicolo della fortezza hanno fatto scattare l’allarme.

È stata poi la direttrice di Castel Sant’Angelo ad allertare i carabinieri, immediatamente giunti sul posto, che hanno preso in carico l’indagine, aggiungendo che il museo dell’edificio resta regolarmente aperto, circostanza che fa supporre che il pozzo sia un’area non aperta al pubblico.

Al momento non si sa ancora quale sia la datazione dei frammenti di ossa, dato che sarà chiarito, assieme all’effettiva natura umana, solo quando i reperti passeranno nelle mani di un antropologo che possa vagliarli, verificandone anche l’eventuale interesse storico. I carabinieri della compagnia di San Pietro hanno inoltre spiegato che, qualora fosse proprio lui a indicarlo per un’eventuale importanza di ordine storico, gli scavi potrebbero essere estesi.

Anche se l’opinione di chi ha visto le ossa sembra essere quella di un’origine non recente, ovviamente ci vorrà del tempo per chiarire la vicenda e fare luce sul mistero.

Fra le ipotesi una delle più accreditate è quella che i resti possano appartenere a un prigioniero, visto che Castel Sant’Angelo fu, per un periodo, trasformato in carcere; il mausoleo di Augusto risale al 139 d.C., e fu costruito proprio allo scopo di essere la tomba dove sarebbe stato tumulato l’imperatore Adriano assieme alla moglie Vibia Sabina, e ad altri imperatori dell’antica Roma come Antonino Pio, Marco Aurelio, Settimio Severo, Geta e Caracalla.

Castel Sant’Angelo ha subito, nel corso dei secoli, numerose modifiche, anche se ha mantenuto in gran parte la sua forma originale; e celebre è stato anche il suo già citato periodo da carcere, dove nel corso dei secoli sono state imprigionate centinaia di persone, uomini e donne, spesso morendovi. L’area è stata ovviamente posta sotto sequestro, anche per evitare la possibilità di reati.

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