I dolori causati dalle mestruazioni possono essere davvero invalidanti per alcune donne, e compromettere in maniera seria lo svolgimento delle più normali attività, comprese quelle professionali. Ma un aiuto inaspettato potrebbe arrivare dai cannabinoidi… Spieghiamo meglio.

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha rilevato che addirittura il 20% delle donne sotto i 25 anni ha perso la scuola o il lavoro proprio a causa degli eccessivi dolori mestruali, che spesso sono solo parzialmente alleviati dalla pillola, la quale però ha anche l’effetto collaterale di essere un contraccettivo, inadatta quindi a chi cerca di concepire, per non parlare degli altri effetti collaterali.

A quanto pare, però, una soluzione alternativa potrebbe essere offerta proprio dal CBD, il cannabidiolo, di cui già si conoscono gli effetti benefici in termini di sollievo dai dolori dati dagli effetti collaterali del cancro, ad esempio. Gli studi su un possibile impiego per lenire i dolori mestruali sono ancora a uno stadio iniziale, ma ci sono.

Il cannabidiolo è un composto chimico non psicoattivo presente nella marijuana, e i ricercatori in questo momento sono concentrati proprio sulla possibile connessione tra le sue proprietà antidolorifiche e un potenziale impiego nel trattamento dei sintomi mestruali.

La dottoressa Leila Frodsham, consulente ginecologa e portavoce del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, afferma che ci sono “alcune prove a sostegno del suo utilizzo in condizioni di dolore intrattabili e per la gestione dell’ansia che hanno dato buoni risultati. Ci sono meno prove a sostegno dell’efficacia contro i sintomi mestruali ma, poiché l’efficacia è considerata simile a quella dell’ibuprofene, potrebbe comunque aiutare sia con i crampi mestruali che con l’umore labile della sindrome premestruale”.

Nel frattempo, però, alcuni brand si stanno già muovendo per adeguarsi alle possibili novità; come Daye, azienda di recentissima formazione (marzo 2020) che realizza assorbenti interni infusi proprio con CBD, promettendo di ridurre il dolore in modo mirato. All’Independent la fondatrice, Valentina Milanova, ha affermato: “Attraverso la ricerca, ho capito che le fibre della pianta sono iper-assorbenti e l’estratto del suo fiore può essere antidolorifico”. Tuttavia il brand non dichiara i suoi prodotti antidolorifici, per motivi legali.

Molly Codyre, che per l’Independent ha scritto il pezzo, afferma di aver provato quegli assorbenti interni per capire se effettivamente potessero avere qualche influenza sui suoi dolori mestruali, mal di schiena, crampi e irrigidimento del busto, e conferma di non aver avuto dolori durante quelle mestruazioni, per la prima volta dopo molto tempo. Suggestione o efficacia?

Come detto, gli studi sono ancora in una fase embrionale, ma la dottoressa Frodsham sembra intanto voler fare un importante distinguo fra le modalità di assunzione del CBD: “Sembra che ingerito per via orale possa essere più lento a lavorare e meno efficace dell’applicazione topica. Qualsiasi farmaco assunto per via orale passa attraverso il fegato per essere metabolizzato, quindi molto farmaco attivo viene perso in questo processo”.

Ha anche spiegato di essersi imbattuta, a proposito del collegamento possibile tra CBD e diminuzione dei crampi mestruali, in uno studio tuttora in fase di elaborazione, di cui attende i risultati. Come detto, in realtà, gli studi esistenti sul tema sono però svariati; questo, del dicembre 2020, è intitolato ad esempio “Microincapsulazione del cannabidiolo nei liposomi come rivestimento per la cellulosa per potenziali materiali sanitari avanzati” e sostiene che:

La microincapsulazione del cannabidiolo e la sua integrazione nel tampone possono eliminare l’infiammazione vaginale, che allo stesso tempo porta al rilassamento dei muscoli addominali.

Il mondo scientifico, quindi, è più che aperto alla possibilità che il cannabidiolo possa essere sfruttato per lenire i dolori delle donne, ma dobbiamo attendere per avere l’ufficialità.

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