Chiara Ferragni è pronta a collaborare con la Procura per il caso Balocco
I legali dell’imprenditrice si sono detti pronti a cooperare con gli inquirenti. Ma dicono no al “gioco al massacro”.
I legali dell’imprenditrice si sono detti pronti a cooperare con gli inquirenti. Ma dicono no al “gioco al massacro”.
Gli avvocati di Chiara Ferragni sono pronti a collaborare con la Procura sul caso dei pandori Balocco. Parlando con LaPresse, il team di legali dell’imprenditrice si è detto pronto a fornire chiarimenti sulla vicenda, ma dice no al “gioco al massacro”, escludendo, inoltre, l’esistenza di reati nell’operazione commerciale, che è costata a Ferragni un milione di euro di multa da parte dell’Antitrust.
Secondo l’Autorità, infatti, la pubblicità fatta al pandoro Pink Christmas griffato Ferragni avrebbe fatto intendere ai consumatori che, acquistando il dolce, avrebbero contribuito a una donazione finalizzata ad acquistare alcuni macchinari per i bambini ricoverati all’ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, in realtà, ammontava a 50.000 euro ed era stata effettuata dalla sola Balocco nei mesi precedenti, non risultando quindi legata al numero di pandori venduti.
Per ora sono tre le Procure nazionali ad aver avviato procedimenti, senza ipotesi di reato né indagati, dopo gli esposti del Codacons per truffa aggravata, a fronte di altri 101 esposti nelle province di tutta Italia.
Se le indagini sul caso Balocco dovessero proseguire, potrebbero confluire in un unico fascicolo facente capo alla procura di Milano, la quale, recentemente, ha dato il via agli accertamenti anche per quanto riguarda la vendita delle uova di Pasqua griffate Ferragni. Per quella partnership commerciale con Dolci Preziosi, effettuata negli anni 2021 e 2022, l’influencer chiese un cachet totale di oltre un milione di euro, contro i 36.000 donati dall’azienda dolciaria all’associazione “I Bambini delle Fate”: anche in quel caso, pare non vi fosse correlazione tra le uova vendute e la somma donata.
“Loro volevano scrivere che la donazione era legata alle vendite, noi ci siamo rifiutati e abbiamo permesso di usare l’espressione ‘Sosteniamo I Bambini delle Fate’”, ha detto Franco Antonello, fondatore dell’impresa sociale, a Selvaggia Lucarelli, in un’intervista per Il Fatto Quotidiano.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
Cosa ne pensi?