La ricerca svela cosa accade nel nostro cervello negli istanti che precedono la morte
Una ricerca portata avanti dall'Università del Michigan ha aiutato a far luce su cosa accade nel nostro cervello pochi secondi prima della morte
Una ricerca portata avanti dall'Università del Michigan ha aiutato a far luce su cosa accade nel nostro cervello pochi secondi prima della morte
Diverse persone che hanno avuto esperienze di pre-morte hanno affermato di aver visto alcuni momenti della loro vita lampeggiare davanti ai loro occhi o di essersi trovati a percorrere un tunnel luminoso di cui non si vedeva la fine. Una nuova ricerca dell’Università del Michigan potrebbe aiutarci a capire meglio perché questo può accadere.
Analizzando le onde cerebrali di quattro pazienti in coma – tenuti in vita da particolari macchine e monitorati con un elettroencefalogramma – il team ha trovato prove di picchi di attività cerebrale associati alla coscienza. Una volta rimossi i ventilatori di ossigeno, in circa un minuto il cervello di due dei quattro pazienti ha mostrato picchi di onde gamma, le oscillazioni elettriche a più alta frequenza nel cervello.
Tali modelli di onde gamma sono stati associati all’esperienza cosciente, mentre alcuni studi li hanno associati a una mente che richiama attivamente un ricordo, impara o sogna. Il team ha visto un aumento dell’attività in una regione del cervello nota come giunzione temporoparietale, che si pensa sia associata alla coscienza e si attivi durante i sogni, le convulsioni e le allucinazioni extracorporee.
L’autrice principale dello studio, Jimo Borjigin, afferma che i due pazienti i cui cervelli mostravano un’attività gamma aumentata avevano anche un record di convulsioni, che secondo lei avrebbero potuto causare ritmi anormali nel loro cervello. Borjigin ha anche preso parte a uno studio condotto nel 2013, in cui gli studiosi sono arrivati alla conclusione che l’esplosione dell’attività cerebrale sia dovuta al fatto che il cervello entra in una modalità di sopravvivenza, una volta privato dell’ossigeno e prossimo alla morte.
Nel 2013, i ricercatori dell’Università del Michigan hanno scoperto che il cervello dei ratti mostrava segni di coscienza fino a 30 secondi dopo che il loro cuore aveva smesso di battere. Uno studio separato del 2022 ha invece rilevato che il cervello di un uomo di 87 anni mostrava picchi nell’attività delle onde gamma 30 secondi prima e dopo che il suo cuore si fermasse, in modo simile allo studio del 2013.
Per le indagini future, Borjigin intende replicare i risultati dello studio collaborando con altri centri medici per comprendere l’attività cerebrale nei pazienti che stanno morendo. “Il modo in cui l’esperienza vivida può emergere da un cervello disfunzionale durante il processo di morte è un paradosso neuroscientifico”, ha affermato il coautore, il dottor George Mashou. “Il dottor Borjigin ha condotto un importante studio che aiuta a far luce sui meccanismi neurofisiologici sottostanti.”
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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