Perché, dopo la Crisi del 1929, le donne avevano più lavoro degli uomini

Il 24 ottobre è noto come il Giovedì nero, giorno in cui la borsa di Wall Street iniziò il suo crollo. Ma, nel periodo della Grande Depressione, l'occupazione femminile è aumentata, facendo crescere però anche la disparità salariale.

Il 24 ottobre 1929 è stato il primo giorno in cui la borsa di Wall Street ha iniziato il crollo più rovinoso della sua storia. A partire dal Giovedì nero, infatti, la borsa di New York ha subito un ribasso del 50% di tutti i suoi titoli, dando il via alla più grave crisi economica che si fosse mai registrata degli Stati Uniti. E, nel periodo della Grande Depressione, si è registrato un dato forse inaspettato: il tasso di occupazione delle donne è aumentato.

Nel decennio 1930-1940, infatti, il numero di donne lavoratrici negli USA è aumentato del 24%. Ciò perché i posti di lavoro dedicati alla popolazione femminile appartenevano ai settori più stabili e, quindi, meno colpiti dalla crisi del mercato azionario rispetto agli impieghi degli uomini. Se, infatti, questi ultimi erano impegnati nelle miniere di carbone, nelle catene di montaggio delle automobili e in molti altri settori della produzione, le donne trovavano più facilmente lavoro come insegnanti, impiegate in ufficio, domestiche o infermiere. Dopo la crisi del ’29, poi, molte di loro sono state costrette a cercare un impiego poiché i mariti avevano perso il proprio lavoro.

Il vero problema, però, era la parità salariale. Il lavoro femminile non era mai stato così presente ma, allo stesso tempo, le lavoratrici erano ampiamente sottopagate: anche nella stessa azienda, gli uomini percepivano un salario più alto solamente per il fatto di essere tali. Una condizione che si aggravava ancora di più per le donne afroamericane o immigrate dal Messico: le prime erano per la maggior parte relegate al ruolo di domestiche per le ricche famiglie bianche, mentre le seconde venivano spesso cacciate dagli Stati Uniti per essere rimandate dal Paese da cui erano fuggite per trovare una vita migliore.

Nel periodo della Grande Depressione, una grande sostenitrice delle donne lavoratrici è stata senza dubbio la First Lady Eleaonr Roosevelt: si è sempre battuta per la difesa dei diritti civili ed è stata un’attivista impegnata su più fronti, in particolare quello femminista. Tanto da aver fatto pressioni sul marito, il presidente Franklin D. Roosevelt, per inserire un numero maggiore di donne al governo. Come per esempio Frances Perkins, la prima donna a ricoprire una posizione di gabinetto e sostenitrice del Social Security Act. Una legge, quest’ultima, emanata nell’ambito del New Deal, che ha introdotto negli USA l’indennità di disoccupazione e di vecchiaia per i lavoratori: è stata un grande passo avanti per i diritti dei lavoratori, ma non era abbastanza. Le donne di colore, ad esempio, ne erano escluse.

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