Il governo di Cuba sembra pronto a fare un decisivo passo avanti in materia di diritti civili. Secondo le ultime notizie che arrivano da la Havana il Paese – dopo la Costa Rica, dove a maggio 2020 sono stati legalizzati i matrimoni gay, rendendolo il primo stato del Centro America a riconoscere le unioni di persone dello stesso sesso -, potrebbe presto rendere ufficiali direttive simili.

Il 22 dicembre 2021, infatti, il parlamento cubano ha approvato il nuovo Codice di famiglia che, cerca di eliminare ogni discriminazione contro le donne e permettere anche alle coppie dello stesso sesso di sposarsi e adottare dei figli. Per poter diventare ufficiale, però, la legge dovrà essere sottoposta a referendum confermativo, che avverrà probabilmente nei primi mesi del 2022.

Il Codice di Famiglia, nel sistema legislativo cubano rappresenta LA legge n. 1289 del 14 febbraio 1975, ed è sancito dall’articolo 8 della costituzione del Paese in materia dei valori etici delle famiglie promuovendo la ricerca effettiva e costante di uguaglianza tra i suoi membri nonché politiche pubbliche volte alla protezione dei bambini e degli adolescenti. E le modifiche apportate al testo, sono state varate da un team di trenta esperti, che hanno presentato una bozza che prevede ben 480 articoli che regolano la nuova legge in tema di tutela familiare.

A portare avanti la riforma è stata principalmente Mariela Castro, primogenita dell’ex presidente Raúl e della femminista Vilma Espín, che da anni si è fatta promotrice dei diritti di donne, omosessuali e persone transgender. Deputata e direttrice del Cenesex, (il Centro nazionale di educazione sessuale) ha organizzato nel 2008 il primo Pride all’Avana.

Come riporta il Cubadebate, sito ufficiale delle notizie che arrivano dal governo cubano, Mariela Castro spera fortemente nell’approvazione, tramite referendum, della nuova bozza che “garantirà i diritti di gruppi di persone le cui realtà non sono state sufficientemente comprese all’inizio del processo rivoluzionario. Questo disegno di legge assomiglia alla società in cui viviamo: una società complessa, diversificata e plurale“.

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