"Salvate la mia casa": l'appello di "Ciribiribì Kodak" Davide Marotta

Nel 2017 l'attore aveva vinto un ricorso al Tar della Campania contro il diniego del Comune di Napoli al condono, che venne così sospeso. Il procedimento è continuato, invece, in Procura fino alla notifica di abbattimento, ma grazie al presidio organizzato dai cittadini la demolizione risulta ora "in sospeso".

Davide Marotta, attore diventato famoso durante gli Anni ’80 come volto della pubblicità di “Ciribiribì Kodak”, ma che ha lavorato anche accanto a Mel Gibson e Garrone, ha chiesto aiuto per salvare la sua casa dalle ruspe. La Procura di Napoli, infatti, ne aveva ordinato l’abbattimento, che sarebbe dovuto iniziare nella mattina del 15 novembre 2022, ma insieme ad altri cittadini è stato organizzato un presidio per cercare di impedirlo. Al momento sarebbero, quindi, in corso “trattative”.

Molte persone si sono radunate davanti all’antica dimora dell’Ottocento in via Cupa Principe, a Poggioreale, dove Marotta vive con il fratello e la madre 88enne. In questo edificio la sua famiglia vive da tre generazioni. “No alle ruspe“, “Giù le mani dalle case“, è l’appello dei cittadini e dei manifestanti che si sono radunati nel centro di Napoli.

Le strade della città partenopea sono state quindi bloccate dal presidio, con l’attore in prima linea per fermare le ruspe. L’obiettivo è quello di cercare un dialogo, ma come scrive Fanpage la situazione rischia di diventare incandescente.

È una storia che ha le sue radici nel 2017, quando sono stati evidenziati alcuni presunti abusi edilizi. In quell’anno il Tar aveva sospeso l’ordinanza di diniego del condono del Comune di Napoli, ma il procedimento di abbattimento è invece proseguito in Procura, fino ad arrivare alla notifica di abbattimento.

Davide Marotta, che non ha intenzione di mollare, è stato ospitato anche da Barbara D’Urso e, davanti alle telecamere di Pomeriggio 5 ha chiesto aiuto a tutta la nazione.

È una cosa che non si spiega. Martedì mi hanno comunicato l’abbattimento. Ma abbiamo vinto il ricorso al Tar sul condono. In quella casa, con me, vivono anche mio fratello e mia mamma di 88 anni“, ha dichiarato l’attore cercando si spiegare il suo legame affettivo con l’abitazione. Poi ha aggiunto:

Mio nonno ci andò a vivere da sposo negli anni Venti del 1900. Lì sono nati mia mamma nel 1934 e tutti i suoi fratelli: 8 figli. Io la comprai nel 1993 per affetto. L’abbiamo ristrutturata, ma esternamente è rimasta com’era”, ha spiegato l’attore. Una giustificazione che, però, non ha evidentemente convinto i giudici, che vogliono procedere con la demolizione dell’immobile.

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