La denuncia della calciatrice Alice Pignagnoli. "Esclusa dalla squadra perché incinta"

La 34enne, che milita nella formazione toscana, ha raccontato al club di essere in attesa del suo secondo figlio e si è sentita discriminata. Vorrei che il mio esempio aiutasse tante ragazze" - ha detto.

Le discriminazioni sul lavoro di cui sono oggetto le donne sono ancora piuttosto numerose e il calcio non sembra fare eccezione, nonostante il movimento sia in crescita e siano diversi i club importanti che hanno deciso di creare una squadra. Ora a denunciare la brutta situazione che si è trovata a subire è Alice Pignagnoli, portiere della Lucchese, che è ora in attesa del suo secondo figlio.

La giocatrice ha comunicato la gravidanza al suo club di appartenenza, ma sin da subito tutto le è stato fatto pesare impedendole di sentirsi parte della squadra come avrebbe dovuto essere normale, anche in virtù del contratto in essere.

Tutto è iniziato a ottobre 2022: “Un sabato di ottobre ho scoperto di essere incinta – ha detto Alice Pignagnoli in un’intervista a Repubblica -.  La domenica successiva per rispetto ho giocato la partita, ma il martedì, alla ripresa degli allenamenti ho comunicato la notizia al mister. La squadra e l’allenatore, pur dispiaciuti perché non potevo più giocare, sono stati carinissimi con me, ma non posso dire altrettanto dell’amministratore delegato. Una volta appresa la notizia ha contattato il mio procuratore, dicendo che ero venuta meno agli impegni presi in agosto”.

Quello che l’ha amareggiata maggiormente è stato anche il modo di agire della Lucchese, che non ha tenuto conto degli accordi esistenti tra le parti: “La segretaria mi ha comunicato che mi avrebbe svincolato, anche se non era possibile per contratto. Da lì mi è stato chiesto di riportare il materiale, mi hanno buttato fuori dal gruppo squadra e mi hanno chiesto di liberare il posto letto. Insomma, mi hanno trattato come una cosa vecchia. Anche economicamente gli stipendi che mi dovevano fino al momento dell’infortunio non erano stati saldati”.

La giocatrice ha inoltre smesso di ricevere gli stipendi che le spettavano dal club, che si è messo in regola solo recentemente. L’eco mediatico per la sua testimonianza è stato forte, al punto tale da spingere i rossoneri a chiarire la situazione con una nota ufficiale e specificare di ritenere Pignagnoli parte della rosa. I fatti, però, a detta della diretta interessata dimostrerebbero altro. “Mi basterebbero delle semplici scuse e l’ammissione di aver sbagliato – dice Alice -. Vorrei che il mio esempio aiutasse tante altre ragazze trattate come animali, con pochissimi dirittiEcco se la Lucchese dicesse abbiamo sbagliato non fatelo anche voi sarei contenta”.

Mettere da parte la delusione non è semplice, soprattutto perché la 34enne non può non fare un paragone con quanto le era accaduto in occasione della sua prima gravidanza. In quel periodo lei giocava a Cesena, ma non aveva avuto problemi di alcun tipo: “Nel 2019 a Cesena quando sono rimasta incinta per la prima volta andò tutto benissimo. Ho trovato una società che mi ha sempre rimborsato tutto, ma soprattutto ho continuato a farmi vivere con le mie compagne. Andavo agli allenamenti, facevo le trasferte, le cene, insomma ero parte di un gruppo. Mi hanno rinnovato il contratto al settimo mese di gravidanza e pochi giorni dopo il parto ero in campo” – ha concluso.

 

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