L'Oklahoma sta per vietare quasi totalmente l'aborto

Il 25 marzo è stato approvato alla Camera dello Stato americano un disegno di legge che potrebbe porre un divieto ad abortire in qualsiasi fase della gravidanza. Le uniche eccezioni: violenze o pericolo per la gestante.

Un altro passo indietro nella lotta per i diritti delle donne. Il 25 marzo la Camera dell’Oklahoma, controllata dai Repubblicani, ha approvato un disegno di legge che vieta l’aborto in qualsiasi momento della gravidanza, tranne nei casi di incesto, stupro o se la gestante è in pericolo di vita. Inoltre, la legge consente ai privati cittadini di far rispettare la legge aprendo un contenzioso civile.

Un divieto quasi totale di aborto, con una misura ancora più rigida rispetto alle leggi per esempio di Texas e Arizona, che vietano l’interruzione di gravidanza dopo la quindicesima settimana senza nessuna deroga. Le uniche eccezioni concesse nello stato dell’Oklahoma sono quindi solo nel caso in cui l’interruzione di gravidanza possa “salvare la vita di una donna incinta in un’emergenza medica” o se questa sia stata “il risultato di stupro, aggressione sessuale o incesto segnalati alle forze dell’ordine”. E anche qui, il limite: se, come spesso accade, una donna non denunciasse un abuso per paura, qualora rimanesse incinta non potrebbe richiedere di abortire.

Oltre all’impossibilità di praticare un aborto, la legislazione dell’Oklahoma consente a qualsiasi persona di citare in giudizio un suo concittadino che si ritiene abbia violato la legge. La norma punisce non solo chi pratica l’aborto, ma anche chiunque “aiuti o favorisca l’esecuzione o l’induzione di un aborto” o anche solo “intenda porre in essere la condotta descritta da questo atto”. La legislazione, però, non permette un’azione civile contro la donna incinta. In ogni caso, il disegno di legge ha bisogno dell’approvazione del Senato, anche questo a maggioranza repubblicana, per entrare effettivamente in vigore.

Con l’amministrazione Trump, i movimenti antiabortisti erano tornati a manifestare in maniera massiccia per tutti gli Stati Uniti, portando avanti una campagna che richiedeva di modificare le leggi dei singoli paesi. Il provvedimento dell’Oklahoma, dunque, si inserisce in una serie di restrizioni già messe in atto da altri stati membri, che vedono la libertà di scelta delle donne diminuire sempre di più. Anche l’Idaho all’inizio di marzo ha approvato un disegno di legge che si richiama al modello texano: questo vieterebbe gli aborti dopo sei settimane e consentirebbe alla famiglia di intentare un’azione legale contro il medico che ha praticato l’aborto.

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