Trova anche tu “la migliore offerta del giorno”. No, non siamo in un supermercato o in qualche sito online dedicato allo shopping, ma su un’app, dove un centinaio di donne di religione musulmana fra cui vip, intellettuali e attiviste dei diritti umani, si sono ritrovate “messe all’asta”. È successo in India, complice l’applicazione per smartphone Sulli Deals, dove il termine Sulli in hindu indica cosiddette ‘donne dai facili costumi’.

GitHub, la piattaforma web che ospitava l’app open source, l’ha chiusa rapidamente dopo i reclami. “Abbiamo sospeso gli account utente a seguito dell’indagine sulle segnalazioni di tale attività, che violano tutte le nostre politiche”, si legge in una nota della società. Ma la brutta esperienza ha lasciato le donne segnate. I profili rubati e poi apparsi sull’app erano tutti di utenti di religione musulmana ed erano per lo più giornaliste, attiviste, artiste o ricercatrici. Molte, dopo questa vicenda, hanno cancellato i loro account sui social media; altre hanno affermato di temere ulteriori molestie. Sui social, infatti, sono presenti molti account appartenenti a estremisti indù che attaccano e discriminano regolarmente le donne musulmane indiane. Reazioni di condanna alla vicenda da parte di cittadini di spicco, attivisti e leader, non si sono fatte attendere e la questione sta facendo il giro del mondo tramite il tam-tam social. La polizia ha dichiarato di aver aperto un’indagine ma per ora, ulteriori dettagli su chi si cela dietro la vicenda non sono stati rivelati. L’unica cosa certa è che chi ha creato l’app ha usato un’identità falsa.

Hana Moshin Khan, una delle donne coinvolte ha già presentato un esposto alla polizia e ha denunciato la vicenda con un tweet: “Sono risoluta e ferma nella convinzione che questi codardi debbano pagare per quello che hanno fatto. Questi reati ripetuti non saranno più presi sottogamba. Fai del tuo peggio, io farò il mio. Non ho un account politico, sono stata presa di mira a causa della mia religione e del mio sesso”.

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