Mottarone: perché Eitan Biran deve tornare in Italia
Dopo la tragedia del 23 maggio 2021, il bambino è stato portato in Israele dai parenti materni contro il volere della tutrice legale. Una decisione che viola la Convenzione dell'Aja.
Dopo la tragedia del 23 maggio 2021, il bambino è stato portato in Israele dai parenti materni contro il volere della tutrice legale. Una decisione che viola la Convenzione dell'Aja.
Non c’è pace per il piccolo Eitan Biran, l’unico sopravvissuto della tragedia avvenuta sul Mottarone il 23 maggio 2021, in cui hanno perso la vita quattordici persone, tra cui i suoi genitori, i nonni e il fratellino. Dopo il terribile incidente, il bambino è stato ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino ed è poi stato affidato alla zia paterna, Aya Biran-Nirko, che ne è diventata la tutrice legale. Nella giornata del 12 settembre, però, il nonno materno del bimbo (Shmuel Peleg) lo ha portato in Israele, il loro Paese d’origine, sottraendolo alla custodia della zia.
È proprio lei a parlare per prima di rapimento e, secondo quanto riportato da Channel 12 News, la donna avrebbe ragione. I Ministeri degli Esteri e della Giustizia israeliani hanno dichiarato che portare Eitan al di fuori dei confini italiani contro la volontà del suo tutore potrebbe realmente costituire quel tipo di reato. Sembra, infatti, che il nonno abbia violato la Convenzione dell’Aja sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori. “Si parla di sottrazione internazionale quando un minore avente la residenza abituale in un determinato Stato è condotto in un altro Stato senza il consenso del soggetto che esercita la responsabilità genitoriale, che comprende il diritto di determinare il luogo di residenza abituale del minore“, si legge sul sito del Ministero della Giustizia italiano.
Secondo la Convenzione dell’Aja, adottata da Israele nel 1991, ora il governo del Paese deve fare tutto ciò che è in suo potere per riportare il bambino al suo tutore legale in Italia. Nel frattempo, la zia ha sporto denuncia al Tribunale di Pavia per il presunto rapimento avvenuto da parte di Peleg. La donna, parlando alla stampa in merito alla vicenda, ha aggiunto un dettaglio tutt’altro che irrilevante: “con questa mossa unilaterale e gravissima della famiglia Peleg, vedo come mio dovere sottolineare alle autorità Israeliane quanto già conosciuto al sistema giuridico italiano, sempre per il benessere di Eitan: il nonno materno, Shmuel Peleg, è stato condannato per maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna“.
Una lotta legale che sembra non avere fine, e che rischia soltanto di peggiorare i traumi che un bambino di sei anni non dovrebbe mai affrontare. “Eitan è cittadino italiano, è arrivato in Italia a un anno, la sua casa è a Pavia dove è cresciuto. Tutto il suo percorso di vita è stato a Pavia. Lo aspettiamo a casa e siamo molto preoccupati per la sua salute“, ha aggiunto Aya.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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