Elizabeth King: "Ho 44 anni e pochi mesi da vivere. Cosa voglio dire ai miei figli sulla vita"

La donna, in passato educatrice, soffre di un tumore al cervello che sta progredendo progressivamente e non può non pensare ai suoi bambini in vista di quando non ci sarà più.

Sapere di avere pochi mesi di vita davanti a sé può essere certamente devastante, a maggior ragione quando si hanno dei bambini che si vorrebbe poter seguire e vedere crescere. Nonostante sia difficile accettarlo, c’è chi riesce comunque ad avere la lucidità necessaria e a cercare di gestire il tutto con distacco per far sì che i piccoli possano abituarsi alla situazione.

È quello che sta facendo Elizabeth King, ex educatrice che soffre di un glioblastoma, lo stesso che era stato diagnosticato a Nadia Toffa. Non ci sono ancora certezze su quanto lei possa andare avanti, nemmeno i medici sanno dargliene, ma è lei stessa a rendersi conto del peggioramento delle sue condizioni fisiche.

La 44enne ha così deciso di raccontare la sua storia per far capire a tutti come si senta: “Certi giorni sembra davvero difficile avere speranza – sono le parole di Elizabeth King riportate dall’Huffington Post -. La realtà è che ho questo tumore al cervello, che si è formato nel lobo parietale sinistro, per poi espandersi nel cervelletto e ora si sta diffondendo anche nella spina dorsale. Questo mi impedisce anche di ricordare nomi e luoghi, non posso scendere una scala senza appoggiarmi alla ringhiera, né camminare in linea retta. Questo mi ucciderà”.

Pur avendo avuto delle gravidanze geriatriche (sono quelle affrontate dai 35 anni in su), lei non può che pensare che sia troppo presto per avere una malattia allo stadio terminale, ma questa è la sua realtà attuale.

Ora è inevitabile per lei fare un salto indietro nel tempo e ripensare a quanto si senta impotente guardando i suoi figli: “Mi sono trasferita a Brooklyn. Ho sposato l’uomo di cui mi ero innamorata anni prima, quando ho festeggiato il mio 25° compleanno in un pub irlandese a Manhattan. Ho imparato a dare risposte oneste a domande essenziali, come “Come stai?” “Cosa stai pensando?” . “Come ti posso aiutare?”.  Ho dato alla luce due bambini che riempiono la mia vita di gioia e di amore. Abbiamo costruito una famiglia. A dicembre 2021 ho perso la capacità di scrivere. Ho mostrato a mio marito i miei orrori di ortografia e gli scarabocchi senza senso sui nostri biglietti di auguri. ‘Non so cosa mi stia succedendo’ – ho detto piangendo. Il giorno dopo al pronto soccorso abbiamo scoperto che avevo una massa al cervello. Ci sono voluti altri due mesi per arrivare alla diagnosi di glioblastoma”.

Ora lei sta cercando di fare il possibile per preparare i suoi bambini al momento in cui non ci sarà più: “Continuerò a sperare che possa esserci una cura, anche se è quasi impossibile. Nel frattempo, sto preparando i miei figli alla mia perdita. Quello che spero per loro e che voglio trasmettere è questo: coltivare il coraggio, lasciare che il dolore e la delusione, perfino la rabbia, per la mia morte possano rafforzarli e non portarli a chiudersi”.

 

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