Storia di Elizabeth Siddal, la vera Ofelia che quasi morì per posare per Millais
La triste storia della giovane modella Elizabeth Siddal, che quasi morì di polmonite dopo aver posato nell'acqua gelida per l'"Ofelia" di Millais
La triste storia della giovane modella Elizabeth Siddal, che quasi morì di polmonite dopo aver posato nell'acqua gelida per l'"Ofelia" di Millais
Elizabeth Siddal, la donna che posò per l’iconico dipinto di John Everett Millais Ofelia, si ammalò di polmonite a causa della lunga permanenza nell’acqua che le aveva richiesto il pittore e per un soffio non perse la vita. Ebbe quasi lo stesso destino, quindi, della celebre Ofelia di Shakespeare.
Ofelia, lo sfortunato interesse amoroso dell’Amleto di Shakespeare, è una delle figure più tragiche della tradizione shakespeariana. Respinta da Amleto e addolorata per la morte del padre Polonio, annega in un fiume, come riportato dalla regina Gertrude nell’atto IV, scena VII.
Affascinato dal racconto shakespeariano, l’artista preraffaellita John Everett Millais nel 1851, in un momento in cui l’Inghilterra vittoriana stava vivendo una rinascita culturale di apprezzamento per il dramma elisabettiano, decise di rappresentare su tela il momento del suicidio di Ofelia.
Siddal era una giovane donna appartenente alla classe operaia e con forti velleità artistiche. Dotata di folti capelli rossi, alta, sorprendentemente aggraziata e dall’aria malinconica, Siddal era stata “scoperta” nella bottega di una modista dal pittore Walter Deverell ed era molto apprezzata da diversi artisti preraffaelliti.
Questi artisti vedevano infatti in lei il modello ideale per le loro opere romantiche. Siddal stessa era una talentuosa artista. Il critico d’arte John Ruskin rimase così colpito dal suo talento che le offrì uno stipendio di £ 150 all’anno. Siddal frequentò brevemente la Sheffield School of Art e completò un’opera piccola ma “seria e di modesto successo” prima della sua morte nel 1862. Eppure il suo lavoro è stato spesso trascurato dagli storici dell’arte.
“I suoi risultati sono scarsi: il suo lavoro è una pallida imitazione di quello di suo marito”, scrive lo storico Jan Marsh. “È quindi una delicata Cenerentola, scoperta da un principe e cresciuta dall’oscurità umile per essere una principessa preraffaellita”.
La storica dell’arte Laurel Bradley, però, ha un’idea diversa (e ben più edificante) della giovane Siddal: “Una giovane donna che ha cercato di diventare un’artista nonostante i grandi ostacoli? In quanto donna del diciannovesimo secolo che non era nata in una famiglia di artisti e che non aveva soldi per pagare la formazione, Siddal affrontò una strenua lotta“.
Dato il suo grande amore per l’arte, Siddal pensò che il modo migliore per entrare nel mondo dei preraffaelliti fosse posare per loro come modella. Per questo non si lamentò quando Millais le fece indossare un pesante abito da sposa antico e le disse di immergersi in una vasca piena d’acqua nel suo studio al 7 di Gower Street a Londra.
Siddal doveva galleggiare sulla schiena con le mani alzate e i palmi verso l’alto. Doveva anche tenere le labbra spalancate, come se stesse cantando una triste canzone d’addio. Millais mise lampade a olio e candele sotto la vasca per mantenere l’acqua calda per lei. Ma il trucchetto non fu certo molto efficace. Si trovavano infatti a Londra, in pieno inverno. L’acqua si raffreddava sempre. A un certo punto, le lampade e le candele si spensero completamente, lasciando Siddal immersa nell’acqua gelida.
Siddal non si lamentò quando l’acqua divenne gelida. Aveva troppo da perdere, personalmente e finanziariamente. Millais, assorta nel suo lavoro, non si accorse che la ragazza stava soffrendo e quando si rese conto del suo errore, era ormai troppo tardi.
Siddal si ammalò gravemente quel giorno e prese la polmonite. La sua famiglia, furiosa, lo costrinse a pagare il costoso conto del medico e una ricetta per il laudano. Questa terribile malattia da cui si salvò per miracolo segnò l’inizio della dipendenza divorante di Siddal dall’oppioide, di cui alla fine sarebbe andata in overdose nel 1862.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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