L’attenzione è ancora puntata sulle vicende legali della capitana Carola Rackete, che qualche giorno fa ha attraccato la Sea Watch nel porto di Lampedusa nonostante il divieto delle autorità. In attesa di giudizio da parte del gip di Agrigento, la donna è stata letteralmente sommersa di critiche e insulti da parte di molti cittadini italiani. In particolare, hanno fatto scalpore le parole che l’hanno accolta al suo approdo forzato a Lampedusa, quando i presenti le hanno rivolto insulti palesemente sessisti.

Sulla scia di commenti quali “spero che ti violentano (sic) ‘sti negri” e “a quattro a quattro te lo devono infilare”, la capitana Rackete è sbarcata e si è consegnata alle autorità. Al di là delle convinzioni politiche e delle idee in tema di immigrazione di ciascuno di noi, ciò che davvero preoccupa è la necessità di “colpire il bersaglio” facendo leva sul fatto che si tratti di una donna, approfittandone così per lanciarle insulti profondamente offensivi e lesivi della sua persona.

Emma Marrone si è schierata a sua difesa, pubblicando sul suo profilo Instagram un breve filmato in cui si sentono chiaramente alcuni dei terribili commenti rivolti a Carola Rackete. Le parole della cantante salentina sono fin troppo chiare in merito al suo pensiero:

“Solo una parola. VERGOGNA. Il fallimento totale dell’umanità. L’ignoranza che prende il sopravvento sui valori e sul rispetto di ogni essere umano. Stiamo sprofondando in un buco nero. Che amarezza”.

In poche ore, il post è stato preso di mira da centinaia di utenti che si sono scagliati contro Emma, con insulti pesanti. Avrebbe potuto ignorarli, far finta di niente, ma la cantante non è abituata a voltarsi da un’altra parte. Già qualche mese fa si era esposta sul complesso tema dell’immigrazione, chiedendo porti aperti sul palco di uno dei suoi concerti. E in quell’occasione è stata insultata aspramente – addirittura, un consigliere leghista le ha consigliato di “aprire le gambe” a pagamento…

Questa volta, Emma ha preso a esempio uno dei tantissimi commenti ricevuti, pubblicandolo sui social: si tratta di quello di Monica – sì, la gran parte degli insulti arriva da altre donne, un dato davvero scoraggiante – che l’apostrofa con un epiteto poco gradevole.

“Ciao Monica, che bella cosa non essere come te. Che bella cosa non essere te. Eh sì, meglio co***ona, fidati”

ha risposto la cantante. E stavolta molti personaggi famosi si sono schierati dalla sua parte, tra cui le colleghe Paola Turci e Fiorella Mannoia. È davvero triste vedere come, ancora una volta, le critiche non entrino nel merito della questione ma vadano a colpire il semplice fatto di essere donna, dando vita quindi a insulti sessisti. Le stesse parole rivolte alla capitana Carola Rackete dovrebbero indignare tutti noi, a prescindere dal nostro colore politico.

E invece sono moltissime le donne che si sono scagliate contro Emma Marrone, “rea” di aver fatto notare come siano vergognosi i commenti di coloro che hanno atteso l’arrivo della Rackete. In che modo augurare a una donna di essere stuprata può trovare giustificazione? Si tratta di una delle forme più becere di sessismo, che racchiude una carica di violenza preoccupante. Qualche ora fa, la cantante ha palesato il suo disgusto per l’accaduto:

“Ho espresso solidarietà verso una donna che è stata ricoperta di insulti irripetibili. La politica non c’entra nulla. Questa è umanità, senso civico, rispetto. Amen. #8marzotuttiigiorni”.

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