Epatiti acute nei bambini, i casi in Italia: cosa dicono gli esperti
Continua lo stretto monitoraggio dei casi di epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini nel mondo e in Italia, dove si sono accertati i primi due casi.
Continua lo stretto monitoraggio dei casi di epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini nel mondo e in Italia, dove si sono accertati i primi due casi.
Casi di epatite acuta di natura sconosciuta si sono verificati in Olanda e nel Regno Unito: ora la malattia arriva in Italia, dove ha colpito due bambini, entrambi ricoverati al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Le condizioni del primo caso confermato, una bambina di 10 anni del Veneto, comunque, stanno migliorando in fretta.
Ad annunciare la notizia è stata Francesca Russo, responsabile regionale della Prevenzione, al Gazzettino. La bambina riportava insieme ad altri valori sballati le transaminasi epatiche alte, indice evidente di danni al fegato. Come specificato da Russo, le epatiti in pediatria sono rare, ma a volte capitano. Si tratta di capire cosa ha portato la bambina, che è ancora tenuta sotto osservazione, ad accusare disturbi notevoli al fegato, per curare e prevenire la cosa in futuro.
In Italia i casi confermati sono solo due, mentre 8 segnalazioni sono in fase di valutazione, come riporta il Ministero della Salute.
Il monitoraggio dei casi è al primo posto per le autorità sanitarie, che definiscono questa epatite come un’epidemia che purtroppo “sembra galoppante“, ha detto a La Stampa Annamaria Staiano, professoressa ordinaria di Pediatria a Napoli e presidente della Società italiana di pediatria. “Il 5 aprile i casi in Inghilterra erano 10, di cui uno con necessità di trapianto di fegato, e una settimana dopo 74“.
Anche l‘Oms ha confermato le statistiche nel suo primo bilancio ufficiale. Al momento sono 17 i bambini dei 169 colpiti da epatite acuta in 12 paesi del mondo, che sono stati sottoposti a trapianto di fegato. L’Oms ha registrato almeno un decesso. I casi hanno un’età compresa tra 1 mese e 16 anni.
Gli esperti, comunque, ribadiscono che bisogna osservare il quadro generale. “L’evoluzione è rapida e progressiva e in alcuni casi si presenta la necessità del trapianto di fegato. Nelle situazioni più semplici bastano idratazione e antivirali“, ha detto Staiano.
Lorenzo D’Antiga, direttore dell’unità di epatologia, gastroenterologia e trapianti pediatrici del Giovanni XXIII di Bergamo, ha specificato al Corriere della Sera che i sintomi spesso sono aspecifici come stanchezza, malessere generale, disturbi influenzali, soprattutto gastrointestinali. “Quando l’epatite è severa si presenta con una colorazione giallastra di cute e mucose, l’ittero“, ha dichiarato D’Antiga.
Come suggerisce Staiano, se i sintomi dovessero perdurare oltre una settimana, è importante recarsi dal pediatra. Nel caso dell’ittero, invece, è opportuno portare subito il bambino al pronto soccorso.
Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani, ha detto a Il Messaggero che l’Oms raccomanda di eseguire test su sangue, siero, urina, feci e campioni respiratori, “nonché campioni di biopsia epatica, con un’ulteriore caratterizzazione del virus che includa sequenziamento“.
Nonostante non si conoscano ancora le cause di questa epatite, comunque, non bisogna allarmarsi: secondo l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, infatti, è importante “dare la corretta informazione. Definirla epatite misteriosa non fa bene. Non c’è nulla di misterioso. Di virus in grado di causare epatite virale ne conosciamo tanti. E alla lista se ne possono aggiungere di nuovi“, ha detto alla stampa.
Vegetariana, amante dei libri, dello sport e di qualsiasi cosa sia vecchio di 500 anni o più.
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