Nell’estate del 1999, sulla piana di Carini, a poca distanza dal confine con Torretta (Palermo), il giovane Fabio Ravanusa perse tragicamente la vita in seguito a un evento che avrebbe sconvolto l’intera comunità.

Fabio, allora un giovane di soli 17 anni, fu brutalmente ucciso da un gruppo di ragazzi che lo assalirono con sassate. Il feroce attacco ebbe luogo in seguito a un atto di coraggio da parte di Fabio, che quel giorno tentò di difendere una coetanea vittima di molestie verbali da parte del gruppo. La sua decisione di intervenire per proteggere la giovane vittima fu un atto di ribellione che gli costò la vita.

Dopo una settimana di ricerche angoscianti del giovane, la speranza dei familiari si spense il 20 luglio, quando viene rinvenuto il corpo senza vita del ragazzo. Due giorni dopo, la svolta: tre giovani, tra cui due minorenni, furono fermati. Per dieci giorni, gli indagati mantennero il silenzio, ma alla fine, sotto pressione degli investigatori, confessarono il loro coinvolgimento nel delitto.

I responsabili del delitto sono stati in seguito processati e condannati, un risultato reso possibile anche grazie alla strenua determinazione del fratello di Fabio, Emmanuel, il quale, nonostante il peso del dolore, non ha mai interrotto la sua ricerca della verità.

Oggi l’omicidio di Fabio Ravanusa è stato dimenticato dalla maggior parte delle persone. Nonostante all’inizio abbia attirato l’attenzione a livello nazionale, l’interesse dei media è gradualmente svanito nel corso del tempo, fino a scomparire del tutto.

A 25 anni dall’omicidio, il fratello di Fabio ora chiede che il Comune di Carini gli renda omaggio intitolandogli una via. Un modo tangibile per preservare e onorare il ricordo di Fabio, affinché la sua vita e il suo tragico destino non vengano dimenticati nel corso del tempo. “Mio fratello è stato ucciso in un posto bellissimo”, ha dichiarato il fratello Emmanuel. “Fabio mi manca, ci penso ogni giorno”.

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