Jenn Meale Poggie sta lottando contro l'obbligo alle atlete di segnalare le mestruazioni

Lo stato della Florida vuole proporre una misura misogina e transfobica che lede la privacy delle ragazze adolescenti. Preoccupante, soprattutto nel clima statunitense post ribaltamento della sentenza Roe Vs Wade.

In Florida, lo stato vuole imporre a tutte le atlete delle scuole superiori di segnalare ai propri allenatori l’intera storia del loro ciclo mestruale. Oltre a essere invasione della privacy e delle informazioni mediche di queste studentesse, la misura è a tutti gli effetti sia misogina, che transfobica.

Il consiglio di amministrazione della Florida High School Athletic Association prenderà in considerazione la proposta, in una riunione alla fine di febbraio 2023. Se approvata, le ragazze adolescenti sarebbero obbligate rispondere a quattro domande, alle loro scuole, sul proprio ciclo mestruale, al fine di competere negli sport. 

La bozza della proposta chiede alle studentesse di dichiarare se hanno avuto un ciclo mestruale e, in tal caso, a che età hanno avuto il primo. Inoltre, vuole che esse mettano al corrente le scuole sulle date delle mestruazioni più recenti e sul numero di cicli avuto da ognuna negli ultimi 12 mesi.

Jenn Meale Poggie, una donna della Florida e mamma di tre ragazze, ha lanciato la campagna Privacy. Period! (un gioco di parole: in inglese, period significa sia “ciclo mestruale” che “punto”), in opposizione alla proposta, nella speranza che questa non venga approvata. A sostegno di ciò, ha promosso anche una petizione di change.org.

Poggie ha affermato:

I cicli mestruali delle ragazze adolescenti sono privati e qualsiasi conversazione o divulgazione su di essi dovrebbe essere tra la ragazza, i genitori e i loro medici. Richiedere la divulgazione delle mestruazioni ai reparti atletici è un completo superamento e una violazione della privacy.

Maxx Fenning, presidente di PRISM, un’organizzazione che fornisce informazioni sulla salute sessuale ai giovani della comunità LGBTQ+, ha invece dichiarato a Miami Herald:

Questo è chiaramente uno sforzo per stigmatizzare e demonizzare ulteriormente le persone transgender nello sport [e] inteso a escludere ulteriormente le persone non assegnate donne alla nascita negli sport femminili. Oltre a ciò, penso che ci sia preoccupazione tra gli [studenti] LGBTQ+ e non LGBTQ+. Questa è una modalità estremamente invasiva di spigolare nella storia riproduttiva di qualcuno, che è particolarmente pericolosa in questo mondo post-Roe (la legge Roe vs Wade che garantiva il diritto all’aborto, ribaltata begli Stati Uniti a giugno del 2022, ndr) in cui viviamo.

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