Chi è Francesca Albanese, la relatrice italiana Onu che vuole entrare a Gaza
Israele ha vietato nuovamente l'ingresso in Palestina alla relatrice italiana Onu Francesca Albanese. "Nuovo livello di atrocità con le bombe sulle persone a Rafah".
Israele ha vietato nuovamente l'ingresso in Palestina alla relatrice italiana Onu Francesca Albanese. "Nuovo livello di atrocità con le bombe sulle persone a Rafah".
Da ormai due anni Francesca Albanese, 47 anni, giurista e docente italiana specializzata in diritto internazionale e diritti umani, cerca di entrare nei territori palestinesi occupati. Dal 2022, infatti, Albanese è relatrice speciale delle Nazioni Unite in quella zona. Israele, però, continua a negarle l’accesso.
Francesca Albanese è la prima donna a ricoprire questo incarico Onu. La giurista ha studiato alla School of Oriental and African Studies (Soas) di Londra, e ha vissuto in Palestina. “Sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come chiesto dall’Onu non facilitando il mio ingresso nel Territori palestinesi occupati”, ha denunciato Albanese intervistata dall’Adnkronos, ricordando su X che il diveito israeliano non è una novità, in quanto “Israele ha negato l’ingresso a TUTTI i Relatori Speciali/OPt dal 2008!”
“Ciò non deve diventare una distrazione dalle atrocità di Israele a Gaza, che stanno raggiungendo un nuovo livello di orrore con il bombardamento di persone nelle “aree sicure” di Rafah”, ha sottolineato Francesca Albanese, originaria di Ariano Irpino.
A negare l’accesso nuovamente alla relatrice italiana sono stati i ministri degli Esteri e dell’Interno israeliani, Israel Katz e Moshe Arbel, chiarendo che non potrà entrare in Israele o nei territori palestinesi, come ha riportato il giornalista dell’emittente israeliana Kan, Amichai Stein.
Il motivo del divieto israeliano, come ha chiarito Stein, sarebbe stata l’affermazione di Francesca Albanese, in un commento recente sotto a un post di Le Monde, secondo cui l’attacco di Hamas del 7 ottobre è stata una “risposta all’oppressione israeliana”, oppressione che grava sui palestinesi da ormai 56 anni.
La relatrice Onu, parlando di quella sua affermazione, ha ricordato ad Adnkronos che ha condannato le azioni criminose di Hamas nei confronti dei civili israeliani “fin dal primo momento”, ma ha rimarcato che “contesto fermamente che l’origine/causa principale… sia l’antisemitismo”.
“I palestinesi hanno visto la loro terra lentamente divorata dagli insediamenti e flagellata dalla violenza, la loro economia soffocata, il loro popolo sfollato e le loro case demolite, le loro speranze per una soluzione politica alla loro situazione sono svanite”, ha continuato Albanese, un commento che è in accordo con le parole del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha chiesto di riconoscere che l’attacco del 7 ottobre “non è arrivato dal nulla”.
Fin dal giorno della sua nomina Albanese ha chiarito che Israele deve ritirare le truppe dai territori che occupa in maniera illegale almeno dal 1967 e “togliere l’assedio di Gaza, che non è giustificato”.
Il suo incarico da relatrice Onu consiste nel controllare la situazione nella Palestina occupata, nell’ottica del controllo del rispetto dei diritti umani. Sulla base delle sue analisi, poi, ogni anno Francesca Albanese deve presentare una relazione al Consiglio per i diritti umani e una all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Date le sue osservazioni Albanese è stata una degli esperti che ha parlato espressamente di “crimini di guerra” da parte di Israele contro il popolo palestinese.
Francesca Albanese chiede che Israele, in quanto membro delle Nazioni Unite, “si conformi ai valori dell’organizzazione, rispetti il diritto internazionale e conduca la propria azione di potenza occupante, finché l’occupazione dura, nel rispetto del diritto umanitario”.
Vegetariana, amante dei libri, dello sport e di qualsiasi cosa sia vecchio di 500 anni o più.
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