Gianluca Vacchi, la colf gli fa causa: "Costretta a ballare a tempo per i suoi TikTok"

L’influencer milionario è stato accusato da una sua collaboratrice domestica per sfruttamento sul posto di lavoro: oltre a turni massacranti di oltre 17 ore, senza riposo né ferie, l'imprenditore l'avrebbe obbligata a partecipare ai suoi video-balletti.

Riflettori accesi sulla vita di Gianluca Vacchi. Dopo l’uscita del docu-film che lo vede protagonista su Prime Video, l’influencer milionario è alla cronaca per le accuse di una sua collaboratrice domestica che lo ha denunciato dopo anni di servizio nella sua casa.

La colf, una donna filippina di 44 anni, parla di anni di “sfruttamento” e sostiene di aver accumulato molto “stress” sul posto di lavoro a causa dei comportamenti di Vacchi. Tra le accuse anche l’orario di lavoro, dalle 10 di mattina fino alle 4-5 di notte, e l’obbligo di partecipare ai balletti di TikTok dovendo andare “a tempo di musica” in modo perfetto altrimenti si “scatenava la rabbia di Vacchi che inveiva contro i domestici, lanciando il cellulare e spaccando la lampada usata per le riprese”.

Oltre tre anni di soprusi che la donna ha raccontato dettagliatamente nell’atto di citazione civile. Nel contratto, che va dal 25 maggio 2017 al 10 dicembre 2020, erano previste sei ore al giorno per sei giorni a settimana, ma la 44enne sostiene di aver prestato la sua opera anche fino a venti ore al giorno senza pausa, senza riposo settimanale o ferie.

Inoltre, come riporta Repubblica, Gianluca Vacchi avrebbe chiesto di firmare un contratto di riservatezza a tutti i suoi collaboratori, con il divieto di divulgare a terzi qualsiasi informazione sul suo conto, pena 50mila euro da detrarre dal Tfr. E a quanto pare è stata proprio la mancata firma di questo contratto a far licenziare la colf.

Tra gli episodi più eclatanti, descritti su Repubblica che è anche in possesso di alcuni messaggi vocali come prova, viene riportata anche la possibilità di essere multati nel caso in cui uno dei dipendenti dimenticasse l’abbigliamento o gli accessori che Vacchi voleva pronti da indossare in determinate occasioni:

Vacchi aveva teorizzato la possibilità di multarli con 100 euro da detrarre dalla busta paga. Una volta per aver dimenticato di preparare gli occhiali da sole del manager, non facendoglieli trovare già pronti in macchina. Un’altra, come si sente nei messaggi vocali, per aver spostato le punture di testosterone dal loro solito posto.

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