Gli 80 anni di Gianni Morandi, l'"eterno ragazzo" della musica italiana

Spegnerà le 80 candeline a Lisbona, dove è volato per seguire la squadra del cuore. Fra gli amori, il dolore per la perdtia della figlia e lo spavento per l'incidente di qualche anno fa, ripercorriamo la storia di un cantante amato da diverse generazioni.

Istrionico, simpatico, autoironico, Gianni Morandi ha vissuto praticamente tutte le fasi più importanti della musica italiana, diventando una vera e propria icona non solo per le generazioni più adulte, ma anche per quelle più giovani, che ne apprezzano lo spirito e la capacità di mettersi in gioco e reinventarsi, ammirazione riservata solo a pochi artisti in grado di catturare il cuore della Gen Z, come Orietta Berti, o Loredana Bertè.

Idolo delle giovanissime degli anni ’60 e ’70 grazie soprattutto ai “musicarelli”, oggi Morandi si fa apprezzare dagli under 30 per le risposte ironiche e divertenti sui social, spaziando quindi indistintamente tra almeno tre generazioni.

Proprio l’11 dicembre il cantante compie 80 anni, un traguardo invidiabile raggiunto con grande spirito: nato a Monghidoro, nel bolognese, nel 1944, da Renato e Clara Eleonora Lorenzi, Morandi non ha mai fatto mistero di essere nato in una famiglia umile e modesta: “Ho la quinta elementare – ha detto tempo fa in un’intervista per Oggi – Non c’erano le scuole medie a Monghidoro, e si decise che non sarei andato al paese vicino. Babbo disse: ‘Ti insegno io, se no diventi un ligirot’, un teppistello”.

Due, nella sua vita, i grandi amori: il primo con l’attrice Laura Efrikian, madre di Serena, venuta purtroppo a mancare a sole nove ore dal parto, Marianna e Marco.

“Io e la mia ex moglie Laura abbiamo perso una bambina – ha raccontato a Verissimo – Queste cose sono strane. Mia figlia morì e la Naja mi ha richiamato subito dicendo: ‘Siccome non sei più padre devi venire a fare il militare'”.

Nel 2004, poi, l’unione che dura ancora oggi con Anna Dan, madre di Pietro, che oggi tenta di seguire le orme paterne, ma con un altro genere, la trap, con il nome di Tredici Pietro.

“Ero a Monghidoro, avevo organizzato una partita di calcio al mio paese e lei arrivò da Bologna con alcuni amici comuni – ha raccontato a proposito dell’incontro con Dan, nell’agosto del 1994 – Rimasi colpito dai suoi occhi e dalla sua personalità. Aveva una macchina fotografica al collo e una gonna a fiori. Era veramente splendida! In quel periodo lavoravo molto, avevo appena concluso una lunga tournée nei teatri e stavo pensando a nuove canzoni da incidere. Eravamo entrambi liberi sentimentalmente, lei usciva da una breve relazione e io pensavo soprattutto alla musica. Ero separato già da diciotto anni e avevo avuto qualche storia, ma evidentemente non quella giusta. Quell’incontro fu fatale, ci innamorammo e oggi continuiamo a essere felici insieme”.

Qualche tempo fa, poi, l’incidente domestico mentre bruciava le sterpaglie nel giardino di casa sua che gli ha causato “bruciature sul 15% del corpo, mani, gambe e anche un orecchio – come ha raccontato a Il Resto del Carlino – il dolore è tanto e quando mi cambiano i bendaggi mi addormentano”.

“Col passare dei giorni mi spavento sempre di più – ha proseguito in quell’intervista – Perché mi rendo conto del rischio che ho corso e di quanto sono stato fortunato. Prima di tutto, ho salvato la vita. Perché quando tu cadi dentro a una buca così, mentre spingi dentro un tronco che pensi faccia resistenza, e ti trovi in mezzo alle braci, con le fiamme intorno, è una cosa tremenda. Mi sono attaccato con le mani a un ramo che bruciava pur di saltare fuori. La seconda cosa importante è che ho salvato la faccia, credo che ci sia qualcuno che mi ha guardato dal cielo, ne sono convinto”.

A oggi il cantante sembra perfettamente guarito, ed è pronto a festeggiare i suoi 80 anni in un modo davvero particolare, volando a Lisbona, dove assisterà alla partita di Champions League della sua squadra del cuore, il Bologna, di cui è stato anche presidente onorario.

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