Perché la giornata della felicità si celebra il 20 marzo (e come misurarla)

La Giornata Internazionale della Felicità, che cade il 20 marzo ogni anno, ha lo scopo di ribadire come la felicità, prima ancora che una stato d'animo da perseguire, sia un diritto fondamentale di ogni uomo al cui rispetto e perseguimento dovrebbe ispirarsi non solo le vite umane ma gli stessi governi e le loro politiche sociali ed economiche.

La felicità non è solo una sensazione e uno stato d’animo a cui ogni essere umano aspira naturalmente, ma uno dei diritti fondamentali dell’umanità. Citata nella costituzione americana, che la eleva da principio a diritto costituzionale a tutti gli effetti, negli ultimi anni è diventata un tema centrale di sempre maggiore interesse, riconosciuto anche da organi e istituzioni come fattore imprescindibile per il raggiungimento di una vita piena.

È più o meno recente, infatti, la decisione di dedicarle una Giornata, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del ruolo giocato dalla felicità e farne un diritto fondamentale degli uomini oltre che un obiettivo che guidasse agende e politiche dei governi di tutto il mondo. Precisamente, succede nel giugno 2012, quando l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) con la risoluzione A/RES/66/281 dichiara l’istituzione della Giornata Internazionale della Felicità, spiegandone ragioni e intenti:

L’Assemblea generale […] consapevole di come la ricerca della felicità sia uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità.

Perché la giornata della felicità si celebra il 20 marzo?

La scelta del 20 marzo è stata fatta dal consigliere speciale dell’ONU, Jayme Illien, perché corrisponde all’equinozio di primavera, segnando così l’ingresso in una stagione notoriamente associata ai concetti di rinascita e fioritura e, metaforicamente, simbolo della vita.

È stato proprio Illien a spingere per l’istituzione di questa ricorrenza, anche per via della sua vicenda personale, per ribadire la necessità di porre fine alle disuguaglianze globali e favorire una vita serena e felice di cui tutti hanno bisogno e diritto: dopo essere cresciuto in uno degli orfanotrofi di Madre Teresa a Calcutta, Illien è stato adottato da una 45enne americana single, Anna Belle Illien, che ha poi fondato la Illien Adoptions International, un’agenzia no profit di Atlanta che si occupa di adozioni internazionali.

Il tema dell’edizione 2021

Il tema della Giornata internazionale della felicità dell’edizione 2021 è “Keep Calm. Sii saggio. Sii gentile” con riferimento alla particolare situazione attuale, resa difficile dall’emergenza pandemia da Covid-19, che ha stravolto le vite e le abitudini dei cittadini di tutto il mondo e provocato notevoli ripercussioni sul loro benessere psicologico e interiore.

Il messaggio di cui si fa portavoce in questo anno così difficile è quello di far prevalere la saggezza e la gentilezza sulla rabbia e la delusione, di sostituire la solitudine e il disorientamento con il desiderio di restare connessi, anche se a distanza, per prenderci cura di noi stessi e degli altri, rispondere alle difficoltà in modo costruttivo e focalizzarci su ciò che conta davvero, senza perdere di vista la bellezza.

La Giornata, istituita dalle Nazioni Unite, è coordinata da Action for Happiness, un movimento no-profit che in questo 2021 ha ideato un programma concreto con esercizi e spunti per educare il mondo alla pratica della felicità quotidiana. Lo ha fatto attraverso un calendario speciale che suggerisce una serie di azioni quotidiane che ci possono aiutare a rispettare lo slogan, ossia mantenere la calma ed essere saggi e gentili, e un programma di coaching dei 10 giorni di felicità, in cui, previa iscrizione via mail, si riceveranno ogni giorno idee e consigli per scoprire nuovi modi vivere una vita più felice e aumentare il benessere proprio e degli altri.

La felicità interna lorda (FIL) e l’esempio del Buthan

Il Bhutan, piccolo stato montuoso dell’Asia, è stato il primo a introdurre il concetto di FIL, felicità interna lorda, ricalcato sulla sigla PIL (prodotto interno lordo). Lo stato ha riconosciuto infatti fin dai primi anni ’70 il valore della felicità nazionale come un indicatore importante per calcolare il benessere della popolazione, proprio al pari di altri parametri, tra cui la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione e la ricchezza dei rapporti sociali. Sebbene sia uno dei paesi più poveri dell’Asia, secondo un sondaggio, è anche la nazione più felice del continente e l’ottava al mondo.

L’esempio messo in atto dal Bhutan spinge tutti gli altri Stati a tenere conto non solo del PIL ma anche del benessere dei cittadini, e pertanto, accanto a questo, dovrebbe trovare spazio nelle loro analisi e politiche anche l’indicatore della felicità interna lorda, riconosciuto prima di tutto in un sistema economico-sociale che aiuti a perseguire – e non a ostacolare –  il raggiungimento della felicità.

Come misurare la felicità

Ogni anno, in occasione della Giornata della Felicità, viene reso noto il World Happiness Report, un sondaggio di riferimento sulla felicità nel mondo, che classifica 156 Paesi in base a quanto i loro cittadini si percepiscono felici.

Il rapporto 2020, l’ultimo effettuato, vede al primo posto, per il terzo anno consecutivo, la Finlandia. Nei primi sette posti, ad eccezione del terzo, che è ricoperto dalla Svizzera, troviamo solo Paesi del Nord Europa, ormai noti per la loro alta qualità della vita: Danimarca – al secondo posto – e, dal quarto in poi, Islanda, Norvegia, Olanda e Svezia. All’ottavo posto si piazza la Nuova Zelanda (unico stato non europeo della top ten), seguita da Lussemburgo e Austria.

Seguono poi Canada, Australia, Regno Unito, Israele, Costa Rica, Irlanda, Germania, USA, Repubblica Ceca e Belgio.

L’Italia dal 50esimo posto del 2015 sale al 36esimo prima, nel 2019, e al 30esimo nel 2020. Si tratta però di una classifica stilata prima dello scoppio della pandemia: risulta evidente che l’anno trascorso e il difficile momento che tuttora stiamo vivendo potrebbero aver generato cambiamenti tutt’altro che minimi nella percezione della felicità da parte dei cittadini dei diversi Stati.

Gli indicatori presi in esame per misurare la felicità sono diversi, tra i principali troviamo il PIL pro capite, il sostegno sociale, la speranza di vita, la libertà, l’assenza di corruzione e il senso di fiducia, oltre che fattori ambientali, come livelli di inquinamento, il clima e le temperature.

Un altro spetto fondamentale è stato anche l’uguaglianza sociale. È stato notato, infatti, come uguaglianza e felicità fossero due indicatori in grado di influenzarsi a vicenda: la presenza di diseguaglianze impatta in modo notevole la percezione della felicità individuale, al contrario, un ambiente sociale positivo che promuove equità sociale può contribuire a mitigare gli effetti della diseguaglianza stessa.

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