Cos’è il glioblastoma che ha colpito Sophie Kinsella, l'autrice bestseller morta a 55 anni

Sophie Kinsella, autrice tra gli altri della saga bestseller “I Love Shopping”, è morta a 55 anni. In Italia, il glioblastoma era già stato al centro dell’attenzione mediatica per il caso di Nadia Toffa, alla quale venne diagnosticato nel 2017.

La morte della scrittrice inglese Sophie Kinsella ha riportato l’attenzione sul glioblastoma, un tumore raro e particolarmente aggressivo che colpisce il Sistema nervoso centrale (SNC). Sebbene si presenti più spesso nel cervello, può insorgere anche nel tronco encefalico, nel cervelletto e nel midollo spinale.

Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo raccolto le informazioni principali tratte da fonti istituzionali come l’Istituto Superiore di Sanità e il report “I numeri del cancro 2024” pubblicato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).

Cos’è il glioblastoma e chi colpisce

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il glioblastoma — definito scientificamente glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV — rappresenta «circa il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello».
Nasce dalle cellule della glia, che svolgono funzioni di sostegno e protezione per i neuroni.

L’ISS segnala anche l’incidenza stimata: «3-4 casi su 100 mila abitanti per anno con un tasso leggermente superiore negli uomini rispetto alle donne (1.6:1) e nelle persone di origine caucasica». Insorge più spesso tra i 45 e i 75 anni, ma non esclusivamente.

Sintomi del Gliobastoma: quando sospettare qualcosa

Gli esperti dell’ISS descrivono il glioblastoma come un tumore «altamente maligno». I sintomi più comuni sono:

  • mal di testa di intensità crescente

  • nausea e vomito

  • attacchi epilettici

  • variazioni della personalità o dello stato di coscienza

Questi disturbi derivano dalla crescita della massa tumorale che, espandendosi nella scatola cranica, aumenta la pressione interna e altera la circolazione cerebrale.

Come si cura: intervento, terapie mirate e nuove tecniche

Le cure disponibili combinano diversi approcci, sempre valutati da un’équipe multidisciplinare.

Chirurgia

L’intervento neurochirurgico mira a rimuovere quanta più parte possibile della massa tumorale. Dopo l’operazione «occorre sottoporsi a trattamenti mirati contro le cellule tumorali residue», evidenzia l’ISS. Il prelievo di tessuto permette anche l’analisi istologica, fondamentale per definire la terapia più adatta.

Radioterapia

Utilizza radiazioni ad alta energia (raggi X o fasci di protoni) per distruggere le cellule tumorali residue.

Chemioterapia

Prevede l’uso di farmaci mirati, come la temozolomide, per annientare ciò che non è stato possibile rimuovere chirurgicamente.

Terapia con campi elettrici

Tecnica non invasiva che sfrutta campi elettrici a bassa intensità per inibire la capacità delle cellule tumorali di moltiplicarsi.

Terapie farmacologiche mirate

Agiscono su specifiche anomalie delle cellule neoplastiche per rallentarne la crescita e la proliferazione.

Glioblastoma, il quadro in Italia

Secondo il report “I numeri del cancro 2024” dell’AIOM, in Italia si registrano circa 1.500 nuovi casi l’anno. Negli anni, il glioblastoma è stato al centro dell’attenzione mediatica per casi noti, tra cui quello di Nadia Toffa, alla quale venne diagnosticato nel 2017.

Glioblastoma e diagnosi precoce: perché oggi non è possibile

Gli esperti dell’AIOM spiegano che non esiste diagnosi precoce: «il glioblastoma colpisce più gli uomini (54%) che le donne […] L’età di insorgenza media è intorno ai 65 anni con una incidenza a questa età di circa 10-12 casi per 100 mila abitanti all’anno».

La sintomatologia è aspecifica, quindi non riconducibile a un solo campanello d’allarme. Per questo, i medici ribadiscono che in presenza di disturbi neurologici persistenti è essenziale rivolgersi al medico di base o al neurologo.

Fattori di rischio e diagnosi

I fattori di rischio identificati includono:

  • età avanzata

  • esposizione a radiazioni ionizzanti

  • specifiche mutazioni genetiche

  • storia familiare di tumori cerebrali

La maggior parte dei casi, tuttavia, insorge senza fattori noti.

Il sospetto diagnostico nasce quasi sempre da una risonanza magnetica. L’unica diagnosi definitiva è quella istologica, ottenuta tramite intervento neurochirurgico.

L’aspettativa di vita

Come ha spiegato all’AdnKronos Enrico Franceschi, direttore dell’Oncologia del sistema nervoso all’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna:

«Questo tumore si può trattare, però purtroppo ancora solo il 5% dei pazienti ha un’aspettativa di vita di almeno 5 anni dal momento della diagnosi».

Il percorso terapeutico standard prevede: valutazione dell’operabilità; chirurgia, se possibile; radioterapia e chemioterapia

Sophie Kinsella: vita, libri, malattia e l’eredità di una scrittrice amatissima

La famiglia lo ha annunciato con parole semplici e devastanti:

«Abbiamo il cuore spezzato nell’annunciare la scomparsa questa mattina della nostra amata Sophie (alias Maddy, alias Mummy)».

Con un post pubblicato su Instagram, i suoi cari hanno dato la notizia della morte di Madeleine Sophie Wickham, conosciuta in tutto il mondo come Sophie Kinsella, spiegando che

«è morta serenamente, con i suoi ultimi giorni pieni dei suoi veri amori: famiglia e musica e calore e Natale e gioia. Non possiamo immaginare come sarà la vita senza il suo splendore e il suo amore per la vita».

La scrittrice, che avrebbe compiuto 56 anni due giorni dopo, era malata di glioblastoma dal 2022, una diagnosi resa pubblica solo nell’aprile 2024.

Autrice della saga bestseller “I Love Shopping”, Kinsella ha venduto più di 45 milioni di copie nel mondo, con traduzioni in oltre 40 lingue. La serie che l’ha resa un fenomeno globale ha contribuito a ridefinire il genere chick lit degli anni Duemila: un’etichetta che difendeva apertamente, convinta che fosse

«il modo più realistico per raccontare donne sfaccettate, capaci di essere intelligenti e buffe, ambiziose e pasticcione, sensibili e determinate allo stesso tempo».

Nata a Londra il 12 dicembre 1969, figlia di David R. Townley e Patricia B. Kinsella, aveva studiato musica prima di approdare a filosofia, politica ed economia a Oxford. Dopo la laurea lavorò come giornalista finanziaria, un impiego che definì «piuttosto noioso», ma che le fornì materiale prezioso per i personaggi dei suoi futuri romanzi. All’università conobbe il marito, Henry Wickham: si sposarono quando lei aveva appena ventun anni e insieme hanno avuto cinque figli – Freddy, Hugo, Oscar, Rex e Sybella – una famiglia che la scrittrice ha sempre protetto con discrezione.

La sua carriera letteraria iniziò presto, a 24 anni, con una serie di romanzi firmati con il suo nome anagrafico, Madeleine Wickham, pubblicati in Italia da Mondadori. Erano storie più corali e serie, accolte positivamente dalla critica: A che gioco giochiamo? (1995), Affari d’oro (1996), Begli amici! (1997), La signora dei funerali (1998), Una ragazza da sposare (1999), La compagna di scuola (2000), Vacanze in villa (2001). Il grande salto, però, arrivò nel 2000, quando propose un nuovo manoscritto sotto pseudonimo: Sophie Kinsella, fusione del suo secondo nome e del cognome da nubile della madre. Quel libro era The Secret Dreamworld of a Shopaholic, in Italia “I Love Shopping”. Il successo fu immediato e inaugurò una saga che avrebbe conquistato lettrici e lettori di tutto il mondo, diventando poi anche un film hollywoodiano con Isla Fisher e Hugh Dancy.

Parallelamente, Kinsella ha pubblicato numerosi romanzi indipendenti che hanno ampliato ulteriormente il suo pubblico: tra i più amati Sai tenere un segreto? (2003), La regina della casa (2005), La ragazza fantasma (2009), Ho il tuo numero (2012), La mia vita non proprio perfetta (2017), Sorprendimi! (2018), Amo la mia vita (2020), Sono esaurita (2023), Cosa si prova (2024). Ha scritto anche per giovani e bambini, affrontando temi come l’ansia adolescenziale (Dov’è finita Audrey, 2015) e creando la serie Io e Fata Mammetta.

Il capitolo più doloroso della sua vita iniziò nel 2022, con la diagnosi di glioblastoma, una delle forme più aggressive di tumore cerebrale. Fu sottoposta a chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Per mesi mantenne il silenzio, scegliendo di parlarne solo quando sentì pronta la sua famiglia. Lo fece con un messaggio intenso:

«Nel 2022 mi è stato diagnosticato il glioblastoma, una forma aggressiva di cancro al cervello. Non ho condiviso prima questa notizia perché volevo assicurarmi che i miei figli fossero in grado di ascoltare ed elaborare la notizia e adattarsi alla nostra ‘nuova normalità’».

Nonostante la malattia, non ha mai smesso di scrivere. Il suo ultimo romanzo, “Cosa si prova” (2024), racconta la storia di Eve, una scrittrice che si risveglia in ospedale dopo l’operazione per rimuovere un tumore maligno al cervello e che deve reimparare a camminare, parlare, scrivere, e soprattutto convivere con la diagnosi mentre cerca parole per raccontarla ai figli. Un romanzo letto come una riflessione luminosa e dolorosa sulla fragilità, la memoria e il senso della vita.

«Il mio libro più autobiografico. La storia di Eve è la mia storia», disse Kinsella.

E ora rimane come una testimonianza di resilienza, delicatezza e amore per la scrittura fino all’ultimo giorno.

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