The Most Hated Man on the Internet è una nuova docuserie già disponibile su Netflix che si concentra sulla storia del famigerato sito web di revenge porn Is Anyone Up, creato da Hunter Moore, dove l’uomo pubblicava immagini intime di donne e uomini, spesso senza il loro consenso, con informazioni private, e su come sia stato chiuso grazie agli sforzi della madre di una delle vittime.

La serie Netflix è composta da 3 episodi di 60 minuti ciascuno, ed è già diventata virale sul web, aggiungendosi alla lista dei migliori true crime su Netflix. The Most Hated Man è stata realizzata dai creatori di due dei migliori documentari crime della piattaforma, Il Truffatore di Tinder e Don’t F**K with Cats: Hunting an Internet Killer, di cui il primo è un film e il secondo un’altra serie web in tre parti.

Hunter Moore, originario di Sacramento, California, 36 anni, ha creato il sito web di revenge porn Is Anyone Up nel 2010, dove pubblicava immagini intime di ragazze e ragazzi con annesse informazioni private, come i dati dei loro social media e persino le città di residenza.

La madre di una delle vittime, Charlotte Laws, ha deciso di scovare e incastrare il creatore di Is Anyone Up dopo che le foto intime di sua figlia Kayla Laws sono apparse sul sito di revenge porn di Moore, alcune in topless accanto al suo nome. “É stato scioccante e ho sentito solo che dovevano essere rimosse, immediatamente“, ha dichiarato Laws nella docuserie.

Charlotte Laws si è subito attivata per far rimuovere le foto di sua figlia dal sito di revenge porn, e Kayla Laws è stata una delle poche e fortunate vittime le cui immagini sono state tolte dal sito web.

Charlotte Laws, però, non si è fermata qui: come riporta la stampa, la donna ha contattato e ha parlato con oltre 40 vittime di Hunter Moore, ha raccolto prove e ha convinto l’FBI a chiudere il sito Is Anyone Up, collaborando con un avvocato specializzato in anti-bullismo ed ex membro dei marines, James McGibney, e il gruppo hacker Anonymous.

Dopo la chiusura di Is Anyone Up, Hunter Moore si è vantato in rete che sarebbe tornato con un altro sito ancora più inquietante, HunterMoore.tv, dove avrebbe pubblicato anche gli indirizzi delle case delle persone.

Nel 2014, però, Moore è stato arrestato dall’FBI con l’accusa di cospirazione, accesso non autorizzato a un computer protetto e furto d’identità aggravato, e condannato a 2 anni e mezzo di carcere. Moore ha anche dovuto pagare una multa di 2.000 dollari.

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