Sta spopolando in questo periodo un’app, BikiniOff, che permette di “spogliare” le persone nelle foto (tramite intelligenza artificiale), mostrando il loro corpo completamente nudo. E si tratta di nudi assolutamente verosimili.

Questa nuova app di Telegram è stata naturalmente accolta con grande preoccupazione e le autorità hanno messo in guardia sui pericoli che i minori (e non solo) possono correre a causa di questo nuovo trend. Solo qualche giorno fa, due 14enni di una provincia romana sono stati accusati di produzione e diffusione di materiale pedopornografico dopo aver spogliato tramite l’app cinque 13enni e aver inviato le foto a diversi gruppi Whatsapp. “Era solo uno scherzo”, avrebbero detto in loro difesa i i due adolescenti.

“Questo è il primo caso che arriva nei nostri uffici ma non escludiamo che ci siano tantissime altre foto che girano e che le denunce non arrivino per vergogna delle vittime”, hanno dichiarato le autorità. Monica Sansoni, la garante dell’Infanzia della Regione Lazio, alla luce di quanto successo ha deciso di organizzare una serie di incontri formativi con i genitori (non solo nelle scuole ma anche in tutti gli altri luoghi in cui i giovani e i giovanissimi sono soliti incontrarsi, come i centro sportivi) per renderli pienamente consapevoli dei pericoli di questa nuova app.

“Gli adulti non hanno la giusta preparazione sul mondo virtuale che i loro figli frequentano”, ha detto Sansoni. L’app è stata sviluppata da una società estone, la Crystal Future OÜ, che sul sito ufficiale ha presentato così il nuovo progetto: “La nostra tecnologia di editing fotografico può rimuovere facilmente i vestiti da qualsiasi immagine, lasciando solo lo stretto necessario”.

BikiniOff rende disponibile in forma gratuita soltanto il primo utilizzo. Dal secondo è necessario ottenere dei crediti sia per la realizzazione delle successive foto sia per dimezzare i tempi di attesa dell’elaborazione di ciascuna immagine. In genere, si spendono dai 5 ai 7 euro per ottenere 10 crediti. Gli sviluppatori accettano pagamenti in criptovalute, una scelta sospetta perché si tratta di pagamenti difficilmente tracciabili e rischiosi anche per chi paga.

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