"Il colore viola", il manifesto culturale di una comunità che parla a tuttə

Dopo l'adattamento del 1985 firmato da Steven Spielberg, la storia di Celie raccontata dal bestseller di Alice Walker torna sul grande schermo, in una versione musicale diretta dal regista ghanese Blitz Bazawule.

Quando nel 1985 Steven Spielberg viene chiamato da Quincy Jones (celeberrimo produttore discografico a cui si deve molta della più nota black music) per dirigere l’adattamento de Il colore viola (riedito in Italia nel 2024 dalle edizioni Sur), la comunità afroamericana ha ancora necessità di un viatico sicuro a ché la storia di Celie trovi i soldi necessari per diventare un blockbuster capace di portare al cinema milioni di spettatori, a prescindere dalla nazionalità, dal genere e dalla pigmentazione della pelle.

Forte di un premio Pulitzer, vinto da Alice Walker nel 1983 (prima donna nera a vincere il premio per la narrativa) e di milioni di copie vendute, il bestseller aveva tutte le carte in regola per diventare anche un film di successo; il nome del regista, che all’attivo aveva già Duel, Indiana Jones, Lo squalo ed E.T. l’extra-terrestre, serviva a garanzia; il cast di attrici nere, molte delle quali alle primissime armi, come Whoopi Goldberg e Oprah Winfrey, assicurava la genuinità dell’operazione commerciale che doveva mettere in scena le vicende di una giovane donna afroamericana in lotta contro la cultura bianca razzista e al contempo contro il patriarcato nero.

La storia si sarebbe focalizzata soprattutto sul personaggio di Celie (Whoopi Goldberg ), la sua infanzia difficile e le gravidanze in giovane età, e sulla resistenza alla violenza domestica, subita da parte del marito Albert Johnson, detto “Mister” (Danny Glover): un racconto di abusi sessuali, incesto, aborti, razzismo, oltre che di temi più sentimentali, come l’affetto con la sorella Nettie (Akosua Busia) e il legame tra donne, come con Sofia (Oprah Winfrey) e, soprattutto, Shug Avery (Margaret Avery). Completamente assente, però, la relazione tra le due, pur di grande importanza nel romanzo di Walker: il pubblico secondo la Warner Bros degli anni Ottanta non era pronto.

L’esito produttivo è noto: il successo al botteghino (98 milioni di dollari guadagnati solo negli Usa, a fronte di un budget di 15 milioni), 11 nomination agli Oscar malgrado nessuna statuetta vinta (rappresentando uno dei più celebri casi di Oscar Snub della storia, ben prima di Barbie) molte critiche, soprattutto per la rappresentazione che se ne fa degli uomini neri, prima fra tutte quella di Spike Lee, che avrebbe di lì a poco avrebbe distribuito Lola Darling commentando: «Non è stato fatto con odio. E gli uomini non sono animali rappresentati a una sola dimensione come Mister», riferendosi al marito-padrone di Celie, interpretato da Danny Glover.

Dopo il musical, a Broadway dal 2005, con libretto di Marsha Norman e musiche di Brenda Russell, Allee Willis e Stephen Bray, che conquista due Tony Award (al miglior revival di un musical e alla miglior attrice protagonista in un musical, per Erive) e un Grammy al miglior album di un musical teatrale, i tempi sono sembrati maturi per rimettere mano alla storia di emancipazione e riscatto di Celie in chiave musicale. Nel 2023, Steven Spielberg, Oprah Winfrey, Quincy Jones e Scott Sanders (che avevano prodotto anche il musical) si sono rivolti a un regista ghanese, Blitz Bazawule per dirigere un remake all black, al passo coi tempi: Fantasia Barrino è tornata a vestire i panni di Celie, mentre Danielle Brooks, la Taystee di Orange Is the New Black che aveva interpretato Sophia a Braodway nel 2015, ha interpretato nuovamente la parte.

Oprah Winfrey, la “Regina di tutti i media”, considerata tra le donne più potenti al mondo (nonché persona afroamericana più ricca del XXI secolo), che proprio dal film di Spielberg fu lanciata sul grande schermo, ha dichiarato a Nekesa Mumbi Moody su The Hollywood Reporter: «Siamo ancora in una situazione in cui il mondo intero non capisce che siamo una parte così vitale della società e che le nostre storie meritano la massima priorità: è così che si contribuisce a far sì che le persone in tutto il mondo si connettano e si relazionino con la nostra cultura».

I ritratti di queste donne così diverse tra di loro ma accomunate dal peso del giudizio della società e segnate dagli abusi, ma decise a non piegarsi ai compromessi pur di sopravvivere, diventano così un manifesto culturale della comunità afroamericana, capace di parlare a tutte le esistenze che sembrano condannate alla sottomissione e alla violenza.

«Se sei una donna o un uomo che ha un cuore che ha bisogno di essere aperto, hai passato delle cose, non pensavi di poterle superare, vuoi provare più gioia, hai bisogno di perdonare qualcuno, hai bisogno di una guarigione nella tua vita, hai bisogno di speranza nella tua vita, hai bisogno del coraggio di andare avanti, nonostante tutto quello che sta succedendo nella tua vita, questo film è per te», parola di Oprah Winfrey.

Il colore viola
Fantasia Barrino e Taraji P. Henson in “Il colore viola” (Photo Credit: Ser Baffo – Warner Bros. Pictures)

Perché vedere Il colore viola

Il remake musicale del classico di Spielberg del 1985 diretto da Blitz Bazawule si concentra sugli eventi e sulle donne che influenzano la crescita di Celie e, cosa più importante, sulla guarigione della sua anima che le restituisce non solo la sua umanità, ma anche quella di coloro che la circondano. La sceneggiatura di Marcus Gardley per quanto si possa mettere in scena un romanzo epistolare, è più vicina al libro, in particolare per quanto riguarda la storia d’amore tra Shug Avery e Celie, una relazione che, mostrando alla protagonista cosa significhi provare piacere e sicurezza, è una componente chiave nella sua emancipazione.

Ingredienti di sicuro successo di questo lungo lungometraggio (140 minuti) sono senza dubbio i numeri musicali e le performance artistiche delle brave interpreti, che pure si trovano a dover interpretare grandi scene cariche di sentimentalismo senza che si mostrino davvero le atrocità indicibili che sono costrette ad attraversare, cosicché il lieto fine sembra cadere dall’alto, senza una vera e profonda motivazione.

Ciò non toglie che la storia di Celie, oggi come 40 anni fa, sa ancora parlare sia al lettore e alla lettrice di oggi che al pubblico in sala, come storia di riscatto e di emancipazione. Riletto oggi, d’altronde, quell’originalissimo romanzo epistolare sorprende ancora per la freschezza linguistica e l’invenzione narrativa, per i suoi personaggi eccentrici e imperfetti, e per la disinvoltura con cui – sfidando le convenzioni letterarie – riesce a immergere una semplice saga familiare nei contorni drammatici della Storia e in quelli magici del mito. Il film non è ancora all’altezza, ma fa godere di oltre due ore di ottima musica.

Il colore viola
Phylicia Pearl Mpasi e Halle Bailey in Il colore viola (Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures)

Scheda del film

Il colore viola è diretto da Blitz Bazawule, regista ghanese che ha debuttato nel lungometraggio con The Burial of Kojo, noto soprattutto per Black Is King di Beyoncé, una rivisitazione fantastica de Il re leone. La sceneggiatura è di Marcus Gardley.

Il film, tratto dal bestseller di Alice Walker, racconta la storia di due sorelle, Celie e Nettie, in fuga da un padre violento e da un passato di abusi. Mentre Celie, privata dei suoi figli, si ricostruisce a fatica una vita con un matrimonio combinato e una nuova famiglia caotica e bizzarra, di Nettie si perdono le tracce. Ma l’incontro con Shug Avery, la misteriosa cantante di blues di cui suo marito è innamorato da sempre, permetterà a Celie di fare una scoperta, e i legami di sangue torneranno a riannodarsi attraverso gli anni e i continenti.

Nel cast, Fantasia Barrino, Taraji P. Henson, Danielle Brooks, Colman Domingo, Corey Hawkins, H.E.R., Halle Bailey, Aunjanue Ellis-Taylor e Ciara.

L’autore della fotografia è Dan Laustsen, il montaggio di Jon Poll, la scenografia di Paul D. Austerberry e i costumi di Francine Jamison-Tanchuck.

La colonna sonora, curata da Kris Bowers, contiene canzoni di Alicia Keys, Usher, Mary J. Blige, Megan Thee Stallion, Jennifer Hudson, Keyshia Cole, Jorja Smith, Coco Jones, Mary Mary, Missy Elliott e delle attrici del film Halle Bailey, H.E.R e Ciara. Include anche canzoni originali di Broadway, tra cui She Be Mine e Shug Avery Comin’ to Town. Il duo Nova Wav, composto da Denisia Andrews e Brittany Coney, ha scritto e composto la canzone originale Keep it movin, interpretata da Halle Bailey e da Phylicia Pearl Mpas.

Distribuito da Warner Bros, Il colore viola è in sala, nei cinema italiani, dall’8 febbraio 2024.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!
  • Camera con vista