16 marzo 1978. In via Mario Fani a Roma si scrive una delle pagine più buie della nostra storia. In un agguato le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro uccidendo i 5 uomini della sua scorta. Un rapimento che si concluderà drammaticamente dopo 55 giorni di prigionia con l’uccisione dell’allora presidente della Democrazia Cristiana.  A 40 anni dalla strage di via Fani, Rai  manda in onda stasera, 16 marzo in prima serata su Rai 3, uno straordinario film documentario: Il condannato – Cronaca di un sequestro, firmato da Ezio Mauro con la regia di Simona Ercolani e Cristian di Mattia che ripercorre i 55 giorni che sconvolsero l’Italia, quelli del sequestro di Aldo Moro.

A condurci in questo film-documentario è la cronaca puntuale di Ezio Mauro, che comincia dal giorno precedente a quel fatidico 16 marzo 1978. Le Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra costituitasi nel 1970, sono ormai agli ultimi preparativi del rapimento, mentre Aldo Moro si prepara alla cruciale giornata politica che lo aspetta l’indomani in Parlamento. Il suo progetto politico sta per compiersi con la fiducia al governo di solidarietà nazionale presieduto da Giulio Andreotti. Sono gli ultimi frammenti di vita da uomo libero del più importante uomo politico italiano. Dopo ci sarà solo il buio della “prigione del popolo”. 55 giorni attraversati dalla schizofrenia di un paese posto di fronte alla decisione più difficile di sempre: trattare o non trattare con i terroristi.

Ezio Mauro racconta gli eventi di quei mesi attraversando Roma il cuore fisico di questa tragedia italiana: da via Mario Fani, luogo simbolo del rapimento, fino al covo delle Brigate Rosse di via Camillo Montalcini, sede della ‘prigione del popolo’ il luogo dove venne segregato l’Onorevole Moro nei 55 giorni. La ricostruzione vedrà la sua drammatica conclusione nel centro storico capitolino, tra la sede di Democrazia Cristiana a Piazza del Gesù e quella del PCI a via delle Botteghe Oscure: via Michelangelo Caetani, dove il 9 maggio 1978 viene rinvenuto il corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana nella Renault 4 rossa.

Il racconto di Ezio Mauro sarà impreziosito da materiali di repertorio unici. Le lettere autentiche scritte dal Presidente, i comunicati originali delle BR, le armi usate dai brigatisti per eseguire la sentenza e le automobili diventate simbolo della vicenda: la Fiat 130 in cui viaggiava Moro il giorno del sequestro, l’Alfetta della scorta crivellata dai colpi e la Renault 4 rossa. Inoltre foto d’epoca selezionate da vari archivi fotografici e il repertorio video dell’Archivio del Movimento Operaio fino ai servizi originali dei telegiornali Rai scelti grazie ad un attento lavoro di ricerca e documentazione.

Nel film documentario, che andrà in onda su Rai3 senza interruzioni pubblicitarie, si alterneranno inoltre tre tipologie di interviste: le interviste on location ai testimoni diretti degli eventi più significativi (via Fani, via Caetani, via Montalcini ecc.); le conversazioni di Ezio Mauro con quattro dei protagonisti più importanti del caso Moro come il figlio Giovanni, Nicola Rana segretario particolare di Moro per quasi 25 anni, il Sostituto Procuratore Luciano Infelisi che ha guidato le indagini, oltre alla ex-brigatista Adriana Faranda, che partecipò al sequestro facendo da “postina” per le lettere di Moro e i comunicati delle BR. Ci sono poi le testimonianze di personaggi che attraverso i loro ricordi forniranno dettagli storici e umani di quei 55 giorni, come l’ex Presidente Giorgio Napolitano ai tempi Senatore del PCI e primo comunista italiano ad essere invitato e accolto negli USA; Claudio Signorile che prese parte alle trattative del PSI con le Brigate Rosse; Giovanni Ricci figlio di Domenico, autista di Aldo Moro, morto nell’agguato del 16 marzo 1978; Luigi Zanda nel ’78 Segretario-portavoce di Francesco Cossiga, l’uomo più vicino al Ministro dell’Interno; Giuseppe Pisanu nel ’78 Deputato DC e Capo della Segreteria politica nazionale della DC, guidata da Benigno Zaccagnini e molti altri.

Un appuntamento imperdibile per ricordare Aldo Moro e una delle pagine più dure della democrazia in Italia.

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