È morta in Iran la 16enne Armita Geravand, che a inizio ottobre 2023 era stata picchiata da una guardia della polizia morale di Teheran di sorveglianza nella metropolitana di Teheran. A far scatenare il pestaggio era stata la scelta della giovane di togliere il velo, come sarebbe previsto per le donne nel Paese, esattamente come era accaduto per un’altra ragazza deceduta per lo stesso motivo, Mahsa Amini.

A diffondere la notizia sono stati i media statali.

Solo pochi giorni fa si era venuti a conoscenza del suo ricovero in terapia intensiva all’ospedale di Fajr, nella capitale, dove si trovava ormai in coma irreversibile. I medici che l’avevano in cura avevano già provveduto ad avvisare i familiari di come non ci fossero ormai più per lei speranze di salvarsi.

Almeno a livello ufficiale non ci sono certezze sull’incidente di cui Armita Geravand era stata protagonista. I genitori della ragazza avevano infatti avanzato alcune ipotesi in un’intervista rilasciata recentemente, dove avevano parlato di un possibile calo di pressione, una caduta o forse entrambi, ritenendoli la causa del suo malore. Un’amica che aveva assistito all’episodio, invece, aveva parlato alla Tv iraniana di un malessere improvviso, che l’aveva portata a battere la testa su uno dei binari.

Nel frattempo, era però stato diffuso un filmato senz’audio, da cui risulta piuttosto evidente una situazione opposta. Il suo corpo era stato adagiato sulla panchina dopo essere stato portato via dal vagone.

La repressione contro il regime in Iran continua a essere comunque forte e non accenna a fermarsi. Il report diffuso ad agosto 2023 da Amnesty International, aveva segnalato “l’uccisione di centinaia di manifestanti da parte delle autorità, mentre ne avevano arrestati migliaia, minorenni compresi. Innumerevoli altri erano stati sottoposti a torture, inclusa la violenza sessuale, durante la detenzione: alcuni di loro sono stati messi a morte al termine di processi gravemente irregolari”. Le numerose intimidazioni non sono bastate finora a fermare le proteste, anche se la paura non può che essere tanta.

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!