"Un uomo si masturbava guardandomi" la rabbia di Irene Maiorino de L'amica geniale

L'attrice di Lila nell'ultima stagione de L'amica geniale ha raccontato uno spiacevole episodio che l'ha vista protagonista, documentato anche con un video sui social.

“Ieri dopo cena, tornando a casa, mi fermo a mandare dei messaggi e mi sento guardare. Un ragazzo ben vestito, fermo tra due macchine mi fissa. Gli ho chiesto cosa stava guardando, poi abbasso lo sguardo e vedo che si stava masturbando fissandomi il sedere, la faccia“. Comincia così lo sfogo di Irene Maiorino, attrice nota al pubblico per il ruolo di Lila nell’ultima stagione de L’amica geniale, che l’altro giorno è stata vittima di un brutto episodio di molestie quando, nel quartiere del Pigneto a Roma, un giovane uomo si è masturbato davanti a lei.

L’attrice ha ripreso la scena in un video pubblicato poi nelle storie Instagram, ora non più visibili.

“Mi è sembrato un secolo con lui a gambe divaricate che continuava. Ho preso il telefono, ho un video in cui lo rincorro, ma è scappato. Purtroppo, appena ho preso il telefono, è scappato infilandosi al volo il pisello nei pantaloni. Questo bravo e ben vestito ragazzo. Ma giro comunque il video, semmai potesse servire a identificarlo”.

Il giorno dopo Maiorino ha spiegato ai followers di aver denunciato l’episodio in polizia. “Denunciate sempre, sempre denunciate per voi e per la prossima. Io sono stata abbastanza fortunata, ho trovato dei poliziotti che dopo non molto hanno cominciato ad ascoltarmi, ma è sempre difficile, dobbiamo ancora quasi fare un’opera di convincimento per spiegare la gravità di queste cose che accadono e della frequenza con cui accadono”.

Infine, l’attrice 39enne ha parlato del problema culturale che è alla base di certi episodi. “Sicuramente una persona che fa una cosa del genere tanto bene con la testa non sta, ma la stragrande maggioranza dei casi in cui accadono queste violenze, e anche nel mio caso, non sono soggetti completamente spostati con dei disturbi mentali, con un grande disagio. Il problema è sempre quello, c’è bisogno di dirlo, sì, c’è bisogno di dirlo ancora, ancora, ancora. È un problema culturale e un problema di educazione sessuale e sentimentale degli uomini. Mi hanno ricordato quanti episodi ho già vissuto e subito durante la mia adolescenza. Cioè, noi viviamo e cresciamo con episodi del genere”.

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