Trovare una stabilità lavorativa in Italia è diventato ormai da qualche anno sempre più difficile e questo influisce anche sull’età in cui si decide di avere un figlio. Questo è quanto emerge dal report annuale sul Certificato di Assistenza al Parto (Cedap) relativo al 2021 e 364 punti nascita in tutta Italia pubblicato dal Ministero della Salute. In media si diventa mamma per la prima volta a 33 anni, nella maggior parte dei casi alla presenza dei papà: il 95,4% decide infatti di assistere al parto.

Ancora troppo spesso si ricorre al cesareo, anche se questa pratica sembra registrare un rallentamento rispetto al passato.  In 2,9 gravidanze ogni 100, le donne hanno fatto ricorso alla fecondazione assistita.

L’88% delle donne che si appresta a diventare mamma decide di risolversi a una struttura pubblica, mentre 62.8% preferisce strutture con alti volumi di attività (sopra i 1000 parti annui).

Il tasso di natalità medio è pari a 6,8 nati per mille donne in età fertile, anche se ovviamente il dato può variare a seconda della regione. Al Centro il valore è inferiore, mentre al Sud è superiore alla media Nazionale in Calabria, Campania e Sicilia.

Il report prende in considerazione anche il tasso di mortalità infantile, relativo alla morte nel primo anno di vita ed è pari a 2,88 bambini ogni mille nati vivi (nel 2018). Nel 70% dei casi i decessi avvengono nel primo mese di vita, ma soprattutto malformazioni congenite del bambino o difficoltà emerse nel corso della gravidanza o del parto.

Nel 2021 il 19,9% delle donne che hanno partorito erano di cittadinanza non italiana, la percentuale sale addirittura al 26% nel Cento Italia. Di queste, il 19% e l’8,7% sono rispettivamente di origine Asiatica e Sud Americana. Il 57,7% delle madri lavora, il 25,8% sono casalinghe, mentre il 16,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.

 

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