Jay-Z accusato di stupro da una 13enne. La gaffe della suocera e il silenzio della moglie, Beyoncé

Il produttore è finito nell'occhio del ciclone, accusato con P.Diddy di aver violentato una 13enne nel 2000. E la suocera afferma di essere stata hackerata dopo un like lasciato su Instagram.

Il caso di Sean Combs, in arte P. Diddy, in carcere dallo scorso settembre con oltre 120 accuse di violenza sessuale, si è espanso a macchia d’olio su tutta l’industria musicale americana, investendo anche personaggi di altissimo calibro, come Jay-Z, grande amico del produttore e nome di primissimo piano della scena hip hop USA, accusato da una tredicenne di averla stuprata durante un party dopo gli MTv Music Awards del 2000.

Shawn Corey Carter, questo il vero nome del rapper, che con la moglie Beyoncé Knowles forma una delle coppie d’oro dello star system americano, è stato accusato da una donna che ha deciso di rimanere anonima e che avrebbe fatto altri nomi, affermando che lo stupro sarebbe avvenuto alla presenza di una celebrità femminile, chiamata Star B.

E se gli avvocati di Combs hanno definito le accuse della donna, rappresentata dall’avvocato Tony Buzbee come altre 100 persone che hanno accusato il musicista, “manovre pubblicitarie spudorate, progettate per estorcere denaro da celebrità che temono di vedere diffuse menzogne su di loro”, Jay-Z ha replicato solo attraverso una dichiarazione rilasciata sull’account Roc Nation X l’ 8 dicembre scorso, sottolineando l’impatto che, a suo avviso, la causa avrà sulla moglie e sui loro tre figli.

“Il mio unico dolore è per la mia famiglia – ha dichiarato – Mia moglie e io dovremo far sedere i nostri figli, una dei quali [Blue Ivy, oggi dodicenne, ndr.] ha l’età in cui i suoi amici sicuramente vedranno la stampa e faranno domande sulla natura di queste affermazioni e spiegheranno la crudeltà e l’avidità delle persone. Piango un’altra perdita di innocenza. I bambini non dovrebbero sopportare tutto questo nella loro giovane età – ha aggiunto definendo le accuse “idiote” – È ingiusto dover cercare di comprendere gradi inspiegabili di malizia volti a distruggere le famiglie e lo spirito umano”.

A far discutere, dopo lo scoppio del caso che ha investito Jay-Z, il cui nome, assieme a quello della consorte, è uscito più volte nell’ambito dell’affaire P. Diddy come persone che sapevano cosa effettivamente accadesse agli ormai tristemente celebri white party organizzati dal producer, è tuttavia la reazione della suocera di Carter, Tina Knowles, madre di Beyoncé, che avrebbe messo il like al post della ABC7 che annunciava che Jay-Z fosse stato citato in giudizio per stupro.

Poche ore dopo la settantenne ha scritto sul proprio profilo Instagram di essere stata hackerata: “Come tutti sapete, non scherzo con la mia famiglia. Quindi se vedete qualcosa di insolito vuol dire semplicemente che non sono io!”. A questo Knowles ha aggiunto un passaggio della Bibbia: “Nessuna arma creata contro la mia famiglia prospererà”. Molti utenti, tuttavia, sembrano dubitare della bontà delle parole della donna, che comunque non ha aggiunto altro sullo scandalo che ha travolto il genero, scegliendo il silenzio, proprio come Beyoncé, trincerata dietro un muro, a differenza del 2016, quando decise di parlare dei tradimenti del marito in un intero album, Lemonade. “Non sei sposato a una stronza qualunque, ragazzo. Questo è il tuo ultimo avvertimento/ Sai che per te darei la vita/ ma se ci riprovi/ perderai tua moglie”, cantava la popstar in uno dei brani contenuti in quell’album. Messaggio che Jay-Z deve aver recepito, visto che poco dopo sono arrivate le pubbliche scuse  al New York Times Style Magazine.

Questa volta, però, la questione sembra decisamente più seria. Il processo per Combs è fissato per il prossimo maggio: dovrà rispondere dia di “tratta di essere umani a scopo sessuale”. Tra le 120 vittime venticinque sarebbero minori.

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