Contrari all'uccisione dell'orsa KJ1. L'Ordine dei veterinari: "Si è comportata da madre"

Anche la Federazione Nazionale dell'Ordine dei Veterinari contro la decisione di Fugatti di abbattere l'orsa che lo scorso luglio ha aggredito un turista. "L'orso è orso e da tale si comporta. Una madre è madre. L'amministrazione della provincia autonoma di Trento non è padrona del mondo".

L’uccisione da parte della Guardia Forestale dell’orsa Kj1, lo scorso 30 luglio, ha provocato un’ondata di proteste e di indignazione dal mondo animalista ma non solo.

La soppressione dell’esemplare, che il 16 luglio, accompagnata dai suoi tre piccoli, si era resa responsabile dell’aggressione a un turista francese nel comune di Dro, è stata decisa dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, che già negli anni passati aveva dato prova di voler ricorrere alle maniere estreme per arginare la problematica degli ungulati presenti sul territorio; il decreto di abbattimento, motivato dalla pericolosità dell’animale, con tanto di lista delle interazioni, sette, che Kj1 ha avuto con l’uomo, è andato ad annullare ben due sentenze del Tar che ne avevano invece sospeso l’uccisione. L’animale, di 22 anni, è stato facilmente individuato grazie al radiocollare e ucciso dalla Forestale.

Ma la sua morte, come detto, ha di nuovo posto Fugatti nel mirino delle associazioni animaliste e scosso moltissimo l’opinione pubblica, ma anche il mondo veterinario: la FNOVI, Federazione Italiana Ordine dei Veterinari, ha infatti fatto sapere tramite comunicato di disapprovare totalmente l’operato della Provincia di Trento

“La costruzione della cittadinanza scientifica è elemento essenziale di una società democratica della conoscenza – si legge nella nota diffusa dalla federazione – La politica è chiamata a dare un valore aggiunto alla Terra che rappresenta, e non a ledere l’immagine di un’intera popolazione.
Lo scorso 16 luglio 2024 un’orsa accompagnata da tre piccoli ha aggredito un turista francese. L’uomo ha seguito le procedure consigliate in caso di incontro ravvicinato con un orso, senza riportare gravi conseguenze.

Come d’abitudine è stato da subito chiaro che la volontà dell’amministrazione trentina fosse quella di abbattere l’animale senza altre possibili opzioni e i forestali hanno dato esecuzione nelle prime ore della mattinata di ieri al provvedimento di abbattimento pubblicato nella notte per evitare ricorsi al TAR.
Un’amministrazione sorda a tutti gli appelli, compreso quello del Ministro Pichetto Fratin e di quella della comunità professionale dei medici veterinari. Oltre a quelli delle associazioni che da anni conducono azioni legali a tutela degli animali e di quella considerevole parte di italiani che hanno preso a cuore la storia di Papillon, Daniza, di M57, di MJ5, di F36, quest’ultimi uccisi per mano dell’uomo”.

Da parte di FNOVI anche un duro attacco alla gestione degli orsi sul territorio, prima usati “come attrazione turistica”, e poi liquidati come pericolo da eliminare.

 

“Come categoria – ha sottolineato il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio – ci dissociamo. L’approccio scientifico ci insegna che la biodiversità va tutelata perché i suoi valori sono oltre che economici e utilitaristici, scientifici, estetici, etici, culturali e politici”.

L’orso è orso e da tale si comporta- conclude il comunicato – Una madre è madre. L’amministrazione della provincia autonoma di
Trento non è padrona del mondo.

Lo scorso marzo il Consiglio provinciale ha approvato la legge che regolamenta l’abbattimento degli orsi ritenuti “problematici”, stabilendo che ne potranno essere uccisi fino a 8 all’anno.

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