Esce il 13 novembre Scusa, il nuovo album di Gazelle, preceduto, com ha annunciato lui stesso su Instagram, dal nuovo singolo Lacri-ma, uscito a meno di due mesi dall’altro singolo Destri.

Nel testo della canzone è presente un particolare gioco linguistico che forse non tutti hanno notato. In pratica l’ultima sillaba di una parola è anche la prima della parola o della frase seguente, come per esempio in questi versi selezionati dal testo:

Mentre ti scende una lacri-ma non sai da dove vie-nerissimi gli occhi si sporca-non è come pensavi te […]
Tutto si sposta, si muo-veloce come un uraga-non c’ero […]
Guarda che bella giorna-t’avrei tenuto vici-non potevo capi-respirami addosso ancora un po’ […] Mentre cammini per stra-da sola come un’astrona-verissima in mezzo alle stel-le mani tue sembrano fiumi […]
Perderti dentro la piog-già sono le otto di se-raccontami cosa volevi […]
Guarda che bella giorna-t’avrei tenuto vici-non potevo capi-respirami addosso ancora un po’, ti prego […]
Guarda che bella giorna-t’avrei tenuto vici-non potevo capi-respirami addosso ancora un po’, ti prego

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Scusa sarà il terzo album in studio di Gazelle, dopo Superbattito del 2017 e Punk del 2018. Gazzelle, al secolo Flavio Bruno Pardini, era in attesa di partire per il nuovo tour ma è stato sorpreso dalle misure restrittive anti-Covid, com’è accaduto a molti artisti in tutta Italia, che stavano ricominciando a programmare il proprio presente post-lockdown. Tuttavia sono state diffuse due date estive per Gazelle: il 16 luglio sarà a Milano per il Milano Summer Festival, mentre il 22 luglio si esibirà nella capitale per Rock in Roma. Intanto cresce l’entusiasmo per queste uscite, specie quella di Lacri-ma che è avvenuta a sorpresa.

Ma il gioco linguistico di Gazzelle non è una novità. In Vincere l’odio, degli Elio e le Storie Tese, sono presenti dei ganci sillabici o logici tra una strofa di ritornello e l’altra (la canzone è fatta solo di ritornelli assemblati come fossero strofe), per cui «E giustamente lui ti ha detto stop stop stop» aggancia con il successivo «Sto partendo con il treno per andare a Kathmandu», e il fatto che «sto partendo» viene cantato con il raddoppiamento fonosintattico, suona come «stoppartendo» o meglio «stop-partendo». Ma in fondo gli Elio e le Storie Tese non sono nuovi a giochi di versi del genere, come nei versi consecutivi «Sono socio / So ciò» de La vendetta del fantasma formaggino.

In musica, un processo simile è utilizzato anche dai Coma_Cose in svariati brani come Granata («Oggi tutto bene, sì, ma do-mani comio»), A lametta («Sabato non si incomincia quasi mai una rivoluzione / Facciamo un’eccezione qui / O dammi una lametta che mi taglio le vene-rdì») o ancora Beach Boys distorti («Nuovi cantanti, io agli opposti / Loro tarocchi, Jo-dorowsky / Loro tutto fumo e mai arrosti / Io poeta, Ma-jakovskij).

Nessuno di questi artisti musicali ha inventato nulla però: si tratta di un costrutto antico, provenzale medievale per l’esattezza, la capfinida, in cui le strofe sono legate tra loro dalla ripetizione di una o più parole dalla fine di una strofa all’inizio della nuova. Dal Medioevo provenzale il costrutto ha viaggiato attraverso manoscritti, libri, giungendo anche fino agli ultimi due secoli letterati, in cui il suo utilizzo non è stato disdegnato dai futuristi o dalla Beat Generation. E ora viene appunto utilizzato ampiamente in musica.

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