Il fumettista Lars Vilks è morto in un incidente: era ricercato da Al Qaeda

Il disegnatore svedese viveva sotto scorta dal 2007: riceva minacce per aver pubblicato una vignetta che ritraeva Maometto con il corpo di un cane. Era sopravvissuto a due tentativi di omicidio.

Non sono ancora del tutto chiare le dinamiche dell’incidente di cui sono rimasti vittime Lars Vilks, fumettista svedese, e i due agenti della scorta incaricati di proteggerlo. Nonostante fosse quasi sconosciuto al di fuori della Svezia, nel 2007 il suo nome ha iniziato a circolare in tutto il mondo a causa di una vignetta in cui ritraeva Maometto con il corpo di un cane.

Un disegno che lo ha portato a ricevere diverse minacce di morte, in seguito alle quali gli è stata assegnata una scorta. Secondo la religione musulmana, infatti, i cani sono considerati impuri e la legge islamica vieta qualunque raffigurazione di Maometto per evitare qualsiasi rischio di idolatria. Proprio per questo motivo, Al-Qaeda aveva messo una taglia sull’artista (come aveva fatto con Charb, direttore del settimanale Charlie Hebdo), il quale era sopravvissuto già a due tentativi di omicidio.

Il primo è avvenuto nl 2015, quando Omar El-Hussein ha sparato diversi colpi di pistola davanti ad un locale in cui Vilks stava tenendo un dibattito sulla libertà d’espressione. La seconda volta, invece, una donna della Pennsylvania si è dichiarata colpevole di aver cospirato contro di lui, con l’obiettivo di ucciderlo. Il 4 ottobre 2021, purtroppo, il disegnatore ha perso la vita insieme ai suoi agenti in un incidente d’auto: sembra il veicolo della polizia su cui viaggiava si sia scontrato con un camion, il cui autista è rimasto ferito. Le circostanze dell’incidente, però, sono ancora misteriose, e le forze dell’ordine svedesi hanno aperto un’inchiesta.

Lars Vilks era noto, oltre che per la controversa vignetta, anche per alcune sculture in legno, chiamate Nimis e Arx, costruite nella riserva naturale di Kullaberg, in Svezia. A causa di queste opere il fumettista è stato al centro di una lunga battaglia legale, dato che in quell’area protetta non è consentito costruire senza permesso.

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