Svolta nel delitto Laura Ziliani. Mirto Milani, il fidanzato della primogenita della vittima, ha confessato l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù, avvenuto in alta Valle Camonica l’8 maggio 2021. Dopo la chiusura delle indagini preliminari, il 30enne di Lecco ha richiesto il lungo interrogatorio nel quale ha confermato la sua colpevolezza e quella di due delle tre figlie della donna uccisa: Silvia e Paola Zani (27 e 19 anni all’epoca del delitto).

Il “trio criminale” – come lo hanno definito gli inquirenti -, che si trova in carcere dal 24 settembre 2021, era sempre rimasto chiuso nel silenzio. Fino alla confessione, avvenuta a un anno di distanza: “L’abbiamo uccisa noi“.

Un movente di tipo economico: nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip ha scritto che Milani, la figlia maggiore Silvia, e Paola Zani avrebbero ucciso Ziliani “per mettere le mani sull’importante patrimonio immobiliare della donna“.

Le indagini erano iniziate quando alle 11:58 dell’8 maggio 2021, la primogenita aveva lanciato l’allarme denunciando la scomparsa della madre ai Carabinieri. Nella telefonata diceva:

Mamma è uscita di casa da sola verso le sette circa per andare a fare una passeggiata a Villa Dalegno. Non aveva il telefono e sarebbe dovuta rientrare alle dieci perché dovevamo andare insieme alla discarica per smaltire vecchio materiale.

Le settimane di ricerche del giallo che ha investito la cronaca nell’estate 2021 sono terminate l’8 agosto, con il ritrovamento del cadavere dell’ex vigilessa tra la vegetazione vicino al fiume Oglio, proprio a Temù. Paola, Silvia Zani e Mirto Milani erano stati quindi iscritti nel registro degli indagati.

Secondo il medico legale, Laura Ziliani sarebbe stata prima stordita con tranquillanti a base di benzodiazepine, poi soffocata con un oggetto soffice e infine seppellita.

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