Lauree professionalizzanti, ecco quali sono

Si tratta di corsi brevi che prevedono due anni di formazione universitaria e uno di tirocini: un terzo delle ore previste dal piano di studi dovrà essere dedicato alla pratica. L'obiettivo è trovare lavoro agli studenti entro un anno dalla laurea.

Arriva il decreto sulle cosiddette lauree professionalizzanti che è stato preparato dall’ex Ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e che successivamente è stato firmato – e quindi condiviso – anche dall’attuale Ministra Valeria Fedeli (come saprete, infatti, il nuovo governo non è ancora stato formato). Ma a cosa servono le lauree professionalizzanti? Solo quelle che, in altre parole, dovranno avvicinare sempre di più il mondo dell’università a quello del lavoro così da far scendere il tasso di disoccupazione giovanile, evitando la fuga dei cervelli e spingendo i ragazzi a studiare sempre di più, a investire sulla cultura, sull’istruzione per trovare facilmente un’occupazione in Italia.

Come previsto dal decreto (e come confermato dai siti di settore), i corsi di laurea professionalizzanti inizieranno a partire dal mese di ottobre 2018: previsti i primi 15 corsi con classi formate da 50 studenti. Secondo una ricerca svolta nel 2016 da Almalaurea, il 43% dei laureati italiani non ha mai svolto né tirocini né ha avuto esperienze di lavoro nel corso degli studi. Troppa teoria, troppi libri e pochissima pratica. Un “gap” rispetto alle università di tutto il mondo che ha lasciato il nostro Paese indietro con gravi problemi per gli studenti nella ricerca di un’occupazione una volta conclusa la carriera universitaria.

Le lauree professionalizzanti, dunque, serviranno proprio a risolvere questo problema. Si tratta di corsi brevi che prevedono due anni di formazione universitaria e uno di tirocini: un terzo delle ore previste dal piano di studi dovrà essere dedicato alla pratica. L’obiettivo è trovare lavoro agli studenti entro un anno dalla laurea. I posti disponibili saranno 600: le università, infatti, hanno parecchi limiti come quello di poter disporre di un solo corso di laurea professionalizzante per ogni anno accademico. Sarà necessario, infatti, stipulare convenzioni con aziende e ordini professionali dove gli studenti andranno per svolgere i tirocini. I corsi saranno a numero chiuso con tirocini garantiti nell’ultima fase del percorso di studi.

Questi gli elenchi dei corsi attivati per l’anno accademico 2018/2019:

Bologna (Ingegneria meccatronica);

Modena (Ingegneria per l’industria intelligente);

Bolzano (Ingegneria del legno);

Salento (Ingegnerie delle tecnologie industriali);

Napoli (Gestione del territorio; Conduzione del mezzo navale; ingegneria meccanica), Bari (Gestione del territorio);

Firenze (Tecnologie e trasformazioni avanzate per il settore legno, arredo ed edilizia);

Padova (Tecniche e gestione dell’edilizia e del territorio);

Politecnica delle Marche (Tecnico della costruzione e gestione del territorio);

Udine (Tecniche dell’edilizia e dell’ambiente);

Siena (Agribusiness);

Palermo (Ingegneria della sicurezza);

Sassari (Gestione energetica e sicurezza).

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