Leonardo Riberti muore a 21 anni durante il ricovero. Il padre: non è suicidio

Il decesso del ragazzo, che aveva problemi psichiatrici, è avvenuto la mattina di martedì 21 giugno 2022 all'Ospedale Maggiore di Bologna. La tesi dell'Ausl non ha convinto il genitore, che ha sporto denuncia contro ignoti per omicidio colposo e abbandono di persona incapace.

Leonardo Riberti, un ragazzo ferrarese di 21 anni, faceva l’aiuto cuoco. Amava gli sport, il rugby, la montagna, il mare e le corse in bici, ma dal lockdown qualcosa era cambiato. “Era stato ricoverato in psichiatria diverse volte. Assumeva cannabis e quando lo faceva aveva episodi psicotici forti“, ha raccontato il padre Davide Riberti, 57enne avvocato che con il suo legale, Fabio Anselmo, ha presentato una denuncia contro ignoti per omicidio colposo e abbandono di persona incapace.

Il ragazzo, che aveva problemi psichiatrici, è morto in seguito a una caduta nel vuoto dall’Ospedale Maggiore di Bologna, nella mattina di martedì 21 giugno 2022. Un caso che all’inizio è stato chiuso come suicidio, ma che successivamente è stato contestato dal genitore. “Se lo avessi tenuto in casa, legato, sarebbe ancora vivo. Non meritava questa fine“, ha affermato infatti il padre.

Come si legge su Repubblica Bologna, sabato 18 giugno il ragazzo si era sentito male e il papà lo aveva portato all’Ospedale di Cona (FE), dove era stato curato nel reparto di psichiatria. Ma nella mattina di lunedì 20, Leonardo Riberti aveva ingerito una pedina di un gioco da tavolo. La sera era quindi stato trasferito al Maggiore per rimuoverla. Un’operazione che era andata a buon fine, come ha dichiarato anche Davide Riberti: “A mezzanotte il medico mi dice che è andata bene, che mio figlio dorme per l’anestesia generale“.

L’indomani, però, poco prima delle 8, il padre avrebbe ricevuto una telefonata:

Mi dicono che è successa una disgrazia – ha spiegato, aggiungendo poi – che mio figlio alle due di notte cerca di scappare ma viene recuperato e riportato in camera. Dopo un paio d’ore, Leonardo si rialza, esce da una finestra della sala d’aspetto aperta a vasistas, salta tre metri sul terrazzo del piano di sotto e da lì si sarebbe buttato e suicidato.

Non è convinto di questa tesi l’avvocato e nella denuncia presentata in questura si legge:

Chiedo che siano accertate le negligenze. Chiedo perché Leonardo è andato al Maggiore (da Cona, ndr) senza che ci fosse con lui personale specializzato. Voglio sapere se i medici avevano avuto la sua cartella clinica: era un paziente a rischio, altre volte aveva tentato di fuggire. In ospedale un medico mi ha abbracciato piangendo e mi ha detto: “Non mi avevano informato che aveva questi problemi”. Perché non è stato sorvegliato dopo il primo tentativo di fuga? Perché non è stata chiesta la visita di un esperto, non è stato piantonato o legato? E ancora: la finestra per me non era bloccata a metà ma aperta: mio figlio non poteva passare da una fessura di venti centimetri. E come si può chiamare un padre solo alle 8 del mattino?

Secondo lui, il figlio Leonardo Riberti si sarebbe gettato dal terrazzo per raggiungere le scale e fuggire. “Come si può dire che si sia suicidato?“, ha detto ancora il padre, che ha continuato:

Sabato mattina ho consegnato mio figlio a un reparto di psichiatria. Doveva essere curato, protetto. È morto. Leonardo era diplomato, non aveva mai commesso reati, mai tentato il suicidio. Sarebbe dovuto andare in una clinica, aveva deciso di curarsi perché stava male. Sono state omesse responsabilità gravissime.

Agli atti ci sarebbero anche i video di sorveglianza che hanno inquadrato il ragazzo. Nella nota dell’Ausl, che ha avviato un’inchiesta interna, si legge: “In merito al suicidio del 21enne, la direzione esprime le più sentite condoglianze ai famigliari, avendo già avviato i doverosi accertamenti messi in campo per gli eventi sentinella“.

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