È arrivata l’autopsia a confermare le cause della morte di Libero De Rienzo, l’attore romano trovato morto nella sua abitazione in zona Madonna del Riposo, il 15 luglio 2021. Secondo quanto riportato dall’esame autoptico l’uomo è morto in seguito ad un arresto cardiorespiratorio per intossicazione acuta da eroina. Dagli esami, eseguiti dal Policlinico Gemelli di Roma, è emerso che De Rienzo aveva assunto anche cocaina e ansiolitici che però non sarebbero la causa della morte.

La Procura di Roma ha, dunque, chiuso le indagini a carico del cittadino gambiano Mustafà Minte Lamin, il 32enne indagato per avere ceduto all’attore la dose di droga che gli è risultata fatale. L’uomo, attualmente in carcere, è accusato dal pm Francesco Minisci di detenzione e cessione di stupefacenti e morte come conseguenza di altro reato.  Quest’ultima accusa è contestata perché i magistrati avrebbero trovato il nesso causale tra la morte di De Rienzo e la droga ceduta da Minte. Il pusher, poi, avrebbe venduto sostanze stupefacenti, oltre che all’attore, anche ad altre cinque persone.

Le indagini iniziarono subito dopo la morte dell’attore, con i carabinieri che ascoltarono amici e parenti dell’attore, dopo che i giudici avevano aperto un fascicolo d’indagine con l’accusa di “morte come conseguenza di altro reato“. La pista battuta dai carabinieri portò all’arresto di Minte. Originario del Gambia, l’uomo era residente a Torre Angela e, spostandosi con le linee della metropolitana di Roma, spacciava diverse sostanze stupefacenti, tra cui anche l’eroina.

Come riporta Repubblica, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di San Pietro svolsero una serie di accertamenti nell’ambiente dello spaccio nelle zone vicine all’abitazione di  De Rienzo, che li portarono fino al quadrante est della Capitale, nel quartiere di Torre Angela, dove il pusher venne arrestato in flagranza di reato.

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