Dalla Sardegna alla Grecia: il Mediterraneo è in fiamme
La Terra è devastata dalle fiamme. Incendi in europa. Canada e Siberia, ma c'è ancora chi nega il problema del cambiamento climatico.
La Terra è devastata dalle fiamme. Incendi in europa. Canada e Siberia, ma c'è ancora chi nega il problema del cambiamento climatico.
La natura sta pagando uno scotto altissimo per i comportamenti scellerati delle persone; molti Paesi del bacino del Mediterraneo anche quest’anno si trovano a fronteggiare gli incendi, che devastano ettari di terra e mettono a repentaglio la vita della fauna locale e degli uomini. Molti di essi hanno natura dolosa, ma ovviamente anche il surriscaldamento globale e i cambiamenti climatici contribuiscono a peggiorare la situazione.
Ricordiamo che il 29 luglio c’è stato l’Overshoot Day, vale a dire che anche per quest’anno il pianeta ha terminato le sue fonti di energia, e dovrà consumare quelle previste per il 2021. Segno che dobbiamo veramente fare un’inversione di marcia se vogliamo salvare il salvabile.
Poiché gli incendi boschivi continuano a colpire varie regioni del Mediterraneo e dei Balcani occidentali, la Commissione europea sta mobilitando rapidamente il sostegno per aiutare i Paesi a limitare la diffusione degli incendi e a proteggere vite e mezzi di sussistenza – si legge da Bruxelles – Due aerei antincendio Canadair dalla Francia sono stati inviati nelle aree colpite in Italia per operazioni antincendio. Due aerei antincendio provenienti da Cipro stanno supportando la Grecia, oltre a una squadra antincendio per favorire le operazioni a terra. Due elicotteri per supportare le operazioni in Albania saranno ugualmente spediti dalla Cechia e dai Paesi Bassi. Inoltre, la Slovenia sta inviando una squadra di 45 vigili del fuoco nella Macedonia del Nord.
Il commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič ha dichiarato:
Stiamo lavorando 24 ore su 24 per inviare aiuti mentre gli incendi infuriano in tutta Europa. Ringrazio Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Slovenia e Paesi Bassi per aver dispiegato rapidamente aerei antincendio, elicotteri e una squadra di vigili del fuoco per aiutare Paesi pesantemente colpiti da incendi boschivi. In questo momento in cui diversi Paesi del Mediterraneo stanno affrontando incendi, la Protezione civile dell’Ue si assicura che i nostri strumenti antincendio in atto siano utilizzati alla massima capacità. Questo è un eccellente esempio di solidarietà dell’Ue nei momenti di bisogno.
E se qualche “negazionista” dell’emergenza climatica vorrà tenere a sottolineare che gli incendi avvengono per lo più in zone dalle temperature solitamente molto alte, in estate – come se questo fosse normale, fra l’altro – va sottolineato che anche la Siberia sta bruciando senza sosta, così come il Canada sta vivendo un’ondata di caldo eccezionale, e anomalo, che ha portato a 486 decessi in cinque giorni.
Le immagini che arrivano dai Paesi che stanno bruciando sembrano tratte da un film apocalittico, ma purtroppo è tutta realtà, e spetta a ciascuno di noi fare la sua parte affinché la situazione non vada continuamente peggiorando.
Da fine luglio l’isola sta lottando contro le fiamme, che si stanno spegnendo solo ora. 13 i centri dell’Oristanese colpiti, ventimila ettari di territorio andati in fumo, moltissimi animali morti e danno che, secondo i primi calcoli, si aggirano intorno al miliardo di euro.
Il 3 agosto un incendio è divampato nella zona del centro commerciale Conca d’Oro a Palermo, mentre altri roghi sono scoppiati a Santa Cristina Gela, Belmonte Mezzagno, presso Monreale, a San Giuseppe Jato sul monte Billiemi e a Partinico, lungo la strada provinciale 2.
Forse al momento la situazione più drammatica si registra proprio lì: a circa 30 chilometri a nord di Atene oltre mille persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per gli incendi divampati sul monte Parnitha, uno dei tre colli nei sobborghi della capitale ellenica. Più di 500 vigili del fuoco con aerei ed elicotteri stanno cercando di contenere le fiamme, ma l’intervento è reso complicato dagli altri 81 focolai scoppiati nella zona.
Incendi si sono verificati anche nell’isola di Eubea, nella penisola del Peloponneso e nelle isole di Kos e Rodi.
Fiamme anche in Turchia, dove le vittime degli incendi sono 8. Distrutti ettari di boschi e terreni agricoli. I roghi hanno circondato una centrale elettrica, mentre i turisti sono stati costretti a fuggire a bordo di barche e decine di villaggi sono stati evacuati. In tutto ci sono 10 mila sfollati.
Le situazioni più critiche in alcune delle località turistiche più frequentate lungo le coste del mar Mediterraneo ed Egeo, tra cui Bodrum, Adalia e Marmaris, che si trovano pochi chilometri a nord dell’isola greca di Rodi.
Fiamme anche al confine con l’Italia, a Lisert, dal bordo della strada statale 14 tra Monfalcone e San Giovanni di Duino, e a Traù, uno dei principali centri turistici della Dalmazia, dove il fuoco ha raso al suolo 14 ettari di macchia mediterannea.
Caldo senza precedenti, con temperature oltre i 49 gradi, in molte regioni del Paese: i fulmini hanno scatenato oltre 130 incendi solo nella British Columbia; il fuoco ha distrutto il villaggio di Lytton, località 260 km a nord est di Vancouver in cui si è registrato il picco massimo di calore della storia del Canada, ben 49,6 gradi, costringendo i 250 abitanti ad abbandonare le loro abitazioni.
Fiamme anche nella tundra della Siberia, da sempre considerata una delle aree più fredde del pianeta. Il Ministry of Emergencies il 21 luglio ha confermato che la Yakutia, la regione più fredda della Russia, ha perso 2,5 milioni di ettari di foreste a causa degli incendi estivi.
Flagellata la zona intorno alla città di Yakutsk, nel Nord-Est della Russia, che in inverno registra temperature ben oltre sotto lo zero ma adesso è devastata dalle fiamme, che hanno prodotto una nube altamente tossica, tanto che i 320 mila cittadini sono stati invitati a chiudersi dentro le abitazioni.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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