Di questi tempi si discute molto di tagli, spendig review, crisi… e non passa giorno dove non si parli degli  sperperi e dei privilegi delle nostre classi politiche, che a mio avviso, stanno rovinando il paese vanificando i sacrifici (in)giustamente imposti agli italiani. Se ne parla moltissimo, ci si scandalizza, ci si sdegna, ma a seguire troppo i mass media e la TV in particolare si rischia di perdere la visione d’insieme delle cose. Perchè quello che non viene detto dai sopracitati mass media sono i privilegi della casta armata.  In Italia esiste un esercito, e questo esercito e tutta la macchina che lo gestisce costa. Moltissimo. Spesso ci dimentichiamo che anche in periodi di pace l’esercito lavora e va mantenuto. Ma nello specifico, ancora una volta, gli sprechi riguardano i “piani alti”.  Pensioni d’oro, stipendi da capogiro, sfarzose residenze manco fossimo a Versailles.

I generali, i comandanti, gli ammiragli non si fanno mancare niente. Si parla, per citare un esempio, di sfarzosi aperitivi a bordo dei vascelli, camerieri, tartine, champagne, e guai a far mancare all’ammiraglio i suoi sfizi. Ad un uno di loro piacciono tostate al momento. E mi raccomando caffè d’orzo non zuccherato. Peggio di Jennifer Lopez, che se non trova acqua minerale a temperatura ambiente al suo arrivo in camera d’albergo, ovunque ella sia, licenzia chiunque le capiti a tiro.

E già questo basterebbe. Ma guardiamo i numeri. Tra Esercito, Marina e Aeronautica ci sono 425 generali per 178 mila militari. Ad essere generosi, in Italia basterebbero 150 generali per svolgere gli stessi compiti”,si legge nel rapporto 2011 della Fondazione Icsa, che si occupa di Difesa e intelligence. Ed questo è il paradossale punto dove siamo giunti: i comandanti sono più dei comandati.

Si parla di tagli, e perfetto, mandiamoli a casa ste sanguisughe. No. A venir tagliati è personale civile e militare che lavora nelle varie strutture. 94 mila ufficiali e sottoufficiali, 83.400 uomini e donne della truppa. Nei prossimi due anni il personale, civile e militare, sarà tagliato di 8.571 unità. Ma guai a toccare i generali. Loro, che stanno seduti nelle loro poltrone in lussuosi uffici, che decidono della vita di soldati che combattono con coraggio e sacrificio, loro, prendono uno stipendio che fa rabbrividire: circa 7 mila euro netti al mese. E si ha diritto all’alloggio di servizio gratuito nelle zone migliori della città, al telefonino, in alcuni casi all’autista. E chissà altro cosa. Cioè dico, parliamone. Questi se ne stanno appollaiati come avvoltoi nelle loro zone invalicabili e rimangono al riparo dalla spending review. Gli altri, fuori a fare il lavoro sporco.

Per non parlare della fantastica, quasi utopica indennità riservata alle maggiori autorità della Difesa: in sei, costano al ministero quasi 3 milioni di euro. Sono all’incirca, 460.000 € all’anno. E queste persone poi quando lasceranno, avranno una liquidazione che è un tesoretto e la solita pensione d’oro.

Non ho parole, non ho neppure la forza per esprimere l’indignazione, e la rabbia che toglie il fiato al pensiero del duro lavoro che ogni giorno fanno i soldati, per ingrassare queste persone, e il nostro lavoro, sacrificati, costretti a guerre tra poveri per accaparrarsi delle briciole di una torta che vediamo da distante ormai, come bambini davanti a una vetrina di una pasticceria.

Per la cronaca, a Kabul i militari italiani non possono più andare a mangiare alla mensa americana, più abbondante e costosa, in virtù di questi tagli.  Credo la cosa si commenti da sè.

 

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