Desidera avere un figlio con il seme del marito scomparso a causa di un tumore ai testicoli, ma la clinica – per un mero cavillo burocratico – rigetta la richiesta. Questa è la storia di Jade Payne, trentacinquenne britannica e di suo marito Daniel, scomparso nel 2019 dopo aver lottato a lungo contro il cancro.

La coppia, che ha trascorso insieme dieci anni di vita, stava per iniziare il processo di fecondazione assistita, dopo che l’uomo aveva scoperto di essere affetto dalla patologia ai testicoli e deciso di conservare il seme prima di sottoporsi alle terapie. Daniel e sua moglie volevano fortemente avere dei figli, ma la neoplasia genitale pregiudicava quella possibilità. Da qui la decisione, presa di comune accordo, di depositare il liquido seminale presso la clinica Tfp Oxford Fertility.

Quando poi gli sposi hanno iniziato il percorso per la fecondazione assistita, l’uomo pensava di aver sconfitto il tumore, ma purtroppo la malattia si è ripresentata in maniera più aggressiva, questa volta al cervello, e ha causato la morte di Daniel. Dopo la scomparsa del marito, Jade ha deciso di intraprendere comunque l’iter per la fecondazione assistita, ma ha incontrato l’ostacolo di un cavillo burocratico sulla sua strada.

Infatti, tra le firme apposte sui fogli necessari per palesare il consenso della coppia, propedeutici all’inizio del percorso, ne mancherebbe una, senza la quale non sarebbe dimostrata chiaramente la volontà dell’uomo. E nonostante nome e cognome di Daniel siano presenti in tutti gli altri fogli, per la clinica non è stato sufficiente per avviare la pratica. Ora Jade, per avere una possibilità deve raccogliere lettere da amici, famiglia e addirittura da chi si prendeva cura di suo marito, in modo tale da provare le sue volontà. Sarà poi compito del tribunale decidere in merito alla vicenda.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!