Vendono una maschera trovata in soffitta per 150€ ma vale 4 milioni: per il tribunale non è truffa

Una coppia francese ha deciso di vendere una maschera africana trovata in soffitta per 150 euro: era un manufatto del XIX secolo realizzato dal popolo Fang del Gabon, del valore di 4 milioni.

Una coppia di ottantenni francesi ha venduto una maschera africana del valore di 4 milioni a 150 euro. Il signor e la signora Fournier, che avevano trovato il manufatto nella soffitta della loro casa, lo avevano poi ceduto a un mercante di oggetti usati, ignari del suo reale valore. Quest’ultimo ha però portato la maschera a una casa d’aste, dove un anonimo acquirente se la è aggiudicata per 4,2 milioni di euro.

Ora la coppia non potrà ottenere nessun risarcimento: lo ha stabilito il tribunale di Arlès, nel sud della Francia, per il quale la vicenda non sarebbe una truffa. Semplicemente, secondo il giudice i due “non hanno dimostrato alcuna diligenza nel valutare il giusto valore storico e artistico del bene”, come riporta Il Corriere della Sera, non venendo ingannati in alcun modo. “La loro negligenza e noncuranza fanno sì che non possa venire accolta la richiesta di dichiarare nulla la compravendita”, ha poi concluso la sentenza.

Il mercante, del resto, ha negato di sapere quanto valesse in realtà la maschera, acquistata dai due anziani insieme a una lancia, un coltello e degli strumenti musicali. L’oggetto, valutato poi dalla casa d’aste di Montpellier che l’ha in seguito rivenduto, si è rivelato essere una rara maschera Ngil del XIX secolo realizzata dal popolo Fang del Gabon, della quale esistono circa 10 esemplari al mondo.

Il manufatto, molto probabilmente, era stato acquistato nel 1917 dal governatore coloniale francese René-Victor Edward Maurice Fournier, antenato del signor Fournier. Anche la Repubblica del Gabon, venuta a sapere della vicenda, ha presentato una denuncia per ricettazione chiedendo di riavere la maschera, ricorso che il tribunale ha dichiarato inammissibile tanto quanto quello dei due anziani signori francesi.

Quando si ha un oggetto del genere in casa, si dovrebbe essere un po’ più curiosi prima di darlo via”, ha detto Patricia Pijot, avvocata del mercante di oggetti usati. Il quale, dal canto suo, non avrebbe truffato la coppia, in quanto “non aveva alcuna conoscenza specifica dell’arte africana”, come si legge nella sentenza.

Inoltre, saputo dell’affare d’oro che si è trovato per le mani, il mercante aveva offerto ai due signori Fournier 300mila euro, la quotazione di partenza dell’asta, ma il figlio della coppia ha rifiutato l’offerta, sperando di ottenere i 4,2 milioni facendo causa. Ora non avranno altro che i 150€.

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