Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico al palazzetto dello sport di Portoferraio, sull’Isola d’Elba. Affrontando diversi temi (dal bullismo alla sicurezza nelle scuole) si è soffermato soprattutto su come è cambiato il rapporto tra genitori, figli e insegnanti. Queste le sue parole:

Alcuni gravi episodi di violenza – genitori che hanno aggredito gli insegnanti dei propri figli – rappresentano un segnale d’allarme che non va sottovalutato. Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo […] Non possiamo ignorare che qualcosa si è inceppato, che qualche tessuto è stato lacerato nella società.

Compito della scuola è quello di formare la futura classe dirigente, che sia pronta ad affrontare il mercato del lavoro:

Rendere il sistema scolastico migliore, più forte sul piano culturale e formativo, più aperto alla società e al lavoro, è un compito anzitutto delle istituzioni. Ma a questo impegno tanti sono chiamati a concorrere nella società, tutti in realtà. La scuola è un patrimonio comune e come tale va curato. La scuola è anche una cartina al tornasole, un barometro della nostra concreta condizione di giustizia, di libertà, di uguaglianza tra le persone.

L’istruzione – che è contemplata nella Costituzione italiana – deve andare di pari passo con la sicurezza dei nostri figli, dei nostri studenti. “La sicurezza degli edifici è di primaria importanza” ha tuonato, infatti, il Capo dello Stato Mattarella, così come riportato dalle principali testate giornalistiche italiane.

Poi ha aggiunto:

La scuola è l’oggi che prepara il domani. Delle vostre conoscenze, ragazzi, della vostra cultura, anche delle vostre amicizie. Anche per questo lo studio è un diritto fondamentale della persona, di ogni persona. Assicurare l’istruzione è un dovere inderogabile della Repubblica. Organizzare, e garantire, un sistema formativo adeguato ai tempi è una assoluta priorità politica e istituzionale. Ogni attenzione, ogni risorsa destinata alla scuola e alla ricerca ritorna con gli interessi alla società.

Infine ha affrontato il caso del giovane Igor morto per un gioco sul web:

Esiste anche un lato oscuro della rete. Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un’emulazione in un gioco perverso in chat. Sono vicino al profondo dolore della famiglia del giovane Igor per questa morte assurda e crudele. Dobbiamo chiederci che cosa va fatto per evitare tragedie di questo genere. Le fragilità dei nostri giovani devono poter essere accompagnate e sostenute, poste al riparo da insidie gravi, talvolta mortali, veicolate sulla rete. Le famiglie non possono essere lasciate sole in questa opera. La scuola può far molto per aiutarli. I giovani corrono avanti. Gli adulti, tuttavia, devono cercare di tenere il loro passo e di accompagnarli. Il web è spazio di libertà e, per definizione, non merita censure. Ma non deve, in alcun modo, trasformarsi in un mondo parallelo e incontrollato in cui succede impunemente di tutto. Una comunità che si rispetti deve saper proteggere i propri giovani da simili insidie. Governo e Parlamento sono chiamati ad affrontare questo problema sociale.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!