Chi è Alessandra Buonanno, la prima fisica italiana a vincere il premio Dirac

Le medaglie per il nostro Paese non sono ancora finite perché una delle onorificenze internazionali più importanti in campo scientifico è andata a una connazionale premiata per i suoi studi sulle onde gravitazionali.

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono finite, ma le medaglie per l’Italia ancora no. Il nuovo riconoscimento arriva grazie ad Alessandra Buonanno, vincitrice del premio Dirac, una delle onorificenze internazionali più importanti in campo scientifico. Nata a Cassino nel 1968, la ricercatrice lavora in Germania, nell’Istituto Max Planck per la Fisica gravitazionale di Potsdam ed è la seconda donna al mondo ad aggiudicarsi l’ambito titolo, nonché la prima in Italia.

Assegnata dal Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (Ictp), la medaglia Dirac è stata consegnata ad Alessandra per le sue ricerche teoriche alla base della rilevazione delle onde gravitazionali. Ad aggiudicarsi il premio assieme a lei, anche i fisici Thibault Damour, Frans Pretorius e Saul Teukolsky.

Dopo la laurea e il dottorato di ricerca in Fisica all’Università di Pisa, Buonanno ha lavorato al Cern di Ginevra e poi in Francia, nell’Institut des Hautes Etudes Scientifiques (Ihes). Ha inoltre lavorato al Laboratorio di Astrofisica e Cosmologia (APC) di Parigi (2001), all’Università del Maryland (2005) e nel 2014 è stata nominata co-direttrice dell’Istituto Max Planck per la Fisica gravitazionale di Potsdam.

Tutti e quattro i fisici sono stati premiati per il loro contributo alla ricerca che ha permesso di scoprire le onde gravitazionali, in particolare per avere stabilito le proprietà di quelle prodotte quando due stelle o due buchi neri ruotano uno attorno all’altro per poi fondersi.

Come riporta l’Ansa, il direttore dell’Ictp, Atish Dabholkar, annunciando i vincitori del premio ha dichiarato: “L’esperimento permette una verifica impressionante dell’accuratezza della teoria della relatività generale di Einstein. È un meraviglioso tributo allo straordinario potere della nostra comprensione teorica della natura, che fino a poco tempo fa sembrava troppo bizzarra per la verifica osservativa“.

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