A distanza di quasi 52 anni il ghiacciaio restituisce l’altro scarpone di Guenther Messner: è stato il fratello, Reinhold Messner, da sempre accusato di aver abbandonato il fratello durante la discesa dalla vetta del Nanga Parbat, la montagna di 8.126 metri nel cuore dell’Himalaya, ad annunciare la notizia su Instagram.

La scorsa settimana, il secondo scarpone di mio fratello Guenther è stato trovato alle pendici del ghiacciaio del Diamir dalla popolazione locale. Dopo cinquantadue anni. La tragedia del Nanga Parbat rimane per sempre così come Guenther“, ha scritto Reinhold Messner su Instagram, dove ha postato la foto dello scarpone ritrovato da alcuni locali del posto.

Nelle storie Instagram, Messner ha ringraziato la popolazione locale per il ritrovamento del secondo scarpone, che mancava nei ritrovamenti dei resti del fratello attuati nel 2005.

La conquista degli 8126 metri del Nanga Parbat dei Messner, nel giugno del 1970, è stata una delle più famose imprese sull’Himalaya del secolo scorso, ma viene ricordata per la valanga che ha ucciso il più giovane dei fratelli, Guenther Messner, allora 24enne.

Reinhold Messner ha cercato il fratello ovunque finché, dopo 3 giorni e ormai allo stremo, era riuscito a scendere a valle in preda a congelamenti. Gli altri suoi compagni se n’erano già andati, pensando che i due Messner fossero ormai morti. Sono stati proprio quei compagni a essere i primi accusatori, ritenendo che Messner avesse lasciato il fratello a morire, per sete di gloria.

Quando il corpo del fratello venne riportato a galla dal ghiaccio a 4.600 metri nel 2005, sulla parete Diamir, la posizione del corpo confermava il racconto di Reinhold Messner sulla morte del fratello. Messner aveva poi deciso di cremare i resti, seguendo le usanze locali, ma aveva riportato in Italia alcune ossa e quel primo scarpone per attuare ulteriori analisi e fugare ogni dubbio sulla sua innocenza.

Mi chiamarono fratricida. È stato un crimine. Il ritrovamento dei resti e di uno scarpone dimostrano senza ombra di dubbio che Günther è morto durante la discesa e non è stato abbandonato da me durante la salita. Ora vivo in pace, ma la ferita non si chiuderà mai“, ha sempre ripetuto alla stampa Messner, che ora ha 77 anni, primo alpinista ad aver raggiunto la sommità di tutte e quattordici le montagne sopra gli 8.000 metri presenti sulla terra.

Ora, il ritrovamento del secondo scarpone conferma del tutto la dinamica di quel terribile incidente.

Ora non ci sono dubbi, è un’altra prova di quello che purtroppo è realtà per tutti quelli che hanno sognato di infamarmi affermando che io avessi non ucciso, ma quasi, mio fratello. Per 50 anni mi hanno messo sulla graticola, ora non mi arrabbio più“, ha dichiarato Messner alla stampa.

 

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!