Milano, no a bimbi con due mamme: chi pensa al bene delle famiglie?

Per il tribunale del capoluogo lombardo, solo la madre biologica può essere indicata sull’atto di nascita dei figli delle coppie di donne: un nuovo cambio di rotta dopo il riconoscimento della validità degli atti in cui erano registrate entrambe le genitrici.

Nuovo cambio di rotta per quanto riguarda i figli delle coppie omogenitoriali: i bimbi di una coppia formata da due donne, concepiti all’estero con fecondazione assistita, non potranno essere riconosciuti come figli di entrambe. Lo ha deciso la Corte d’Appello civile di Milano, la quale nelle ultime ore ha ordinato la rimozione della madre intenzionale (non biologica) dall’atto di riconoscimento del figlio di due mamme.

La Corte, presidiata da Fabio Laurenzi, con a latere Alessandra Arceri e Maria Vicidomini, ha però riconosciuto che “la materia richiede l’intervento del legislatore, unico soggetto capace di un articolato disegno normativo idoneo a declinare in modo corretto i diritti dei soggetti coinvolti e a realizzare il bilanciamento di diritti di rango costituzionale che non devono venire a trovarsi in conflitto tra loro, ivi inclusi quelli del nascituro, soggetto capace di diritti nel suo essere e nel suo divenire”: queste le parole riportate, tra gli altri, anche dal Corriere della Sera.

Nei mesi scorsi, l’annullamento era stato disposto per ben tre atti di nascita di figli di donne nati con procreazione assistita effettuata all’estero, trascritti dal Comune di Milano. A richiedere la procedura la pm Rossana Guareschi e il procuratore Marcello Viola, affiancati dal ministero dell’Interno. I tre atti, però, erano rimasti validi poiché le giudici Alessandra Manfredini, Laura Maria Cosmai ed Elisabetta Stefania Stuccillo avevano dichiarato “inammissibile” la richiesta di rettifica dello status di figlio dopo l’accettazione da parte dell’ufficiale dello Stato Civile.

Nel mese di giugno 2023, inoltre, il tribunale civile aveva annullato l’atto di nascita all’estero del figlio di una coppia di uomini in virtù della legge che vieta la gestazione per altri nel nostro Paese: al contempo, però, si era pronunciata sulla validità dei riconoscimenti dei figli delle coppie di donne, decisione che era stata impugnata dalla Procura milanese.

La Corte d’Appello di Milano, infatti, ha ribadito di richiamarsi alla legislazione attuale, che sancisce l’impossibilità di riconoscere che una persona sia figlia di due genitori dello stesso sesso. Dopo il caso delle 33 famiglie omogenitoriali di Padova, per le quali la procura aveva richiesto l’annullamento degli atti di nascita per i rispettivi 37 bambini, anche Milano si aggiunge quindi all’elenco di città nelle quali i diritti civili ancora arrancano.

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